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Clima: scontro tra Paesi ricchi e poveri, in Italia una Finanziaria fallimentare
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Al terzo giorno del Vertice sul clima a Copenaghen è sempre più aria di scontro tra Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo. Ieri i rappresentanti dei G77 - che raggruppa 131 Paesi in via di sviluppo - hanno lanciato un'accusa contro l'organizzazione danese per aver fatto circolare una bozza di accordo che li avrebbe scavalcati. La bozza danese avrebbe previsto che si sostenga l'obiettivo di un picco delle emissioni globali nel più breve tempo possibile, comunque non oltre il 2020, riconoscendo che i paesi sviluppati collettivamente hanno raggiunto il picco e che la tempistica di picco sarà più lunga nei paesi in via di sviluppo, ma anche sostenere l'obiettivo di una riduzione delle emissioni globali nel 2050 di almeno il 50% rispetto al 1990, pari ad almeno il 58% rispetto al 2005.
L'associazione Oxfam ha accusato l’Unione Europea di eludere le promesse sul clima dirottando i fondi ad altre destinazioni. Secondo le ultime informazioni raccolte da Oxfam International e Ucodep, non vi sarebbe alcuna garanzia che i fondi europei per aiutare i Paesi poveri di fronte ai cambiamenti climatici saranno aggiuntivi all’impegno di portare l’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) allo 0,7% del Pil entro il 2015. "C’è però ancora tempo per cambiare rotta; a Bruxelles, i leader dell’Ue possono dare l’esempio stanziando i fondi necessari" - ha dichiarato Tim Gore, portavoce di Oxfam. "L’Europa non può continuare a eludere la sua promessa, quella di fornire risorse finanziarie adeguate nel lungo termine ai paesi poveri. Solo se l’Ue metterà sul tavolo una somma concreta e aggiuntiva per pagare la quota che le spetta nel medio e lungo periodo potrà imprimere una vera".
"Raggiungere il successo a Copenhagen costa 200 miliardi di dollari: una cifra che aiuterà le popolazioni più povere del mondo ad adattarsi ai cambiamenti del clima" - ha spiegato Antonio Hill, esperto di Oxfam International. "Sono noccioline se confrontate con gli 8.400 miliardi di dollari che sono stati trovati per salvare le banche dal fallimento, e servono a raggiungere un risultato che non ha prezzo: la sopravvivenza di milioni di persone e il salvataggio del nostro pianeta da cambiamenti climatici catastrofici". In particolare, per Oxfam è necessario che questi fondi siano aggiuntivi: "Alcuni paesi industrializzati, invece, come la Germania e il Giappone pensano ancora di utilizzare per il clima i fondi già impegnati per l’Aps".
Anche la Focsiv, in quanto membro italiano della Cidse, la rete delle agenzie di sviluppo della Chiesa cattolica in Europa e Nord America, ha presentato un documento politico dal titolo "Nessun nuovo finanziamento... Nessun accordo!" (in .pdf) con il quale chiede all'Ue di "affermare con chiarezza che le sue proposte riguardo alle azioni di mitigazione che i paesi in via di sviluppo dovrebbero intraprendere, sono collegate a finanziamenti da parte dei paesi avanzati – finanziamenti che saranno controllati, riportati e verificati, e che copriranno sia i costi per la formazione di capacità sia i costi incrementali per l'azione a favore del clima". Nei mesi scorsi la Focsiv ha lanciato la campagna "Clima di giustizia" per chiedere il riconoscimento del diritto delle popolazioni dei paesi poveri ad uno sviluppo sostenibile, ponendo particolare priorità alle comunità vulnerabili che vivono in povertà.
Intanto il mondo ambientalista italiano critica la Finanziaria in discussione al Parlamento: "Nessun fondo e nessuno strumento strumento per la riduzione delle emissioni di Co2". "Il nostro Governo boccia in Finanziaria tutte le misure a favore della green economy" - ha affermato Ermete Realacci (PD). "Parliamo di misure importantii, capaci di tenere insieme il rilancio dell'economia e le questioni ambientali, come ad esempio il credito di imposta del 55% per l'efficienza energetica nell'edilizia, o gli incentivi per la rottamazione degli elettrodomestici piu' energivori, o ancora dei fondi per il trasporto pubblico locale. Se non partiamo da questo, dal rafforzare quei settori che concretamente possono dare un contributo al taglio delle emissioni di Co2 dell'Italia e al tempo stesso favorire l'economia, che possibilità abbiamo di essere credibili nelle sedi internazionali?".
Secondo il WWF si tratta di una "Finanziaria fallimentare" perchè dimentica gli impegni dell'Italia per Kyoto, taglia i fondi per l'efficienza energetica, non destina nemmeno un centesimo alla tutela della biodiversità. In particolare, la Finanziaria "dimentica degli impegni assunti dall’Italia sui cambiamenti climatici assunti con il recente vertice del G8 in attuazione del Protocollo di Kyoto alla vigilia della Conferenza mondiale di Copenaghen del dicembre prossimo, non destinando alcun fondo (la Legge Finanziaria 2007 destinava 200 milioni di euro al Fondo rotativo per Kyoto) e non individuando alcuno strumento per la riduzione delle emissioni di Co2 ".
WWF, Legambiente e numerose altre associazioni promuovono in Italia il 12 dicembre la mobilitazione "Cento piazze per il clima" per chiedere al nostro Governo di farsi promotore di un’iniziativa politica forte a Copenaghen, di adoperarsi per ridurre nel nostro Paese le emissioni di gas e di incrementare l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, sicure e non inquinanti, che rappresentano anche un'occasione di sviluppo per il nostro sistema produttivo e di lavoro dignitoso per molti giovani. [GB]