Cittadinanza ai figli degli stranieri, Torino dà l'esempio e la concede

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Ius soli o ius sanguinis? La cittadinanza è un diritto legato al territorio o all'etnia? Per la città di Torino si tratta di un diritto acquisito con la nascita. Con 25 voti a favore, 10 contro e 2 astensioni, il Consiglio comunale del capoluogo piemontese ha appena approvato una delibera che istituisce la cittadinanza civica per i bambini stranieri nati in Italia. Dopo aver conferito la cittadinanza onoraria alla piccola Laila Abdane, la prima nata dell'anno 2012 a Torino da una famiglia di immigrati del Marocco che vivono e lavorano in territorio torinese da diversi anni, il Comune di Torino - dopo la richiesta dei diretti interessati o attraverso chi ne ha la tutale legale, quindi anche dei genitori - estende il conferimento della cittadinanza civica a tutti i figli di stranieri nati in territorio torinese.

Ma non è la cittadinanza vera. Ma avere la cittadinanza onoraria non significa che questi minori diventeranno cittadini italiani a tutti gli effetti né che gli saranno conferiti particolari diritti e doveri rispetto ad altri stranieri. L'intenzione dei proponenti - Silvio Viale del PD e la sua collega di partito Marta Levi - per il momento era indicare una chiara volontà: la cittadinanza è un diritto che si possiede abitando un territorio.

Un milione di minori "stranieri" ma italiani. Sono un milione i minorenni di origine straniera che vivono in Italia e più della metà, in Italia, ci sono nati. Secondo la legge, la cittadinanza italiana viene loro conferita solo dopo il compimento del 18° anno di età. Ma nella realtà, a causa delle lungaggini burocratiche, la cittadinanza arriva 5-7 anni dopo l'inizio della pratica di richiesta. "Con questo documento si propone di conferire la cittadinanza onoraria ai nati a Torino da genitori stranieri che frequentano la scuola dell'obbligo", precisa Silvio Viale. "La proposta riconosce la facoltà di essere iscritto in un albo che non ha un'efficacia amministrativa immediata ma dà un segnale preciso al Parlamento. L'augurio è che indirizzi di questo tipo possano essere adottati anche da altre città per dare un orientamento a livello nazionale".

Le prevedibili obiezioni leghiste. Contrari, ovviamente, i militanti della Lega Nord: "Questa delibera in primo luogo tralascia le questioni di forma e di stile", afferma Fabrizio Ricca, capogruppo del Carroccio in Comune. "La cittadinanza onoraria è sempre stata attribuita a persone che si sono distinte per aver fatto qualcosa. Riceverla per il solo fatto di essere nati, sminuisce il valore di tutte quelle attribuite fino ad oggi, molte delle quali a premi Nobel. Inoltre, il provvedimento creerebbe discriminazioni con bambini stranieri che vivono a Torino, pur non essendoci nati".

La sola città che ha dato questo segnale. Critiche a parte, per ora la cittadinanza onoraria rimane un puro atto simbolico senza alcuna implicazione pratica. Ma Torino per ora è l'unico Comune di una certa grandezza che ha dato questo tipo di segnale, accogliendo l'appello lanciato a novembre dall'Unicef che aveva invitato i Comuni italiani ad emettere provvedimenti in attesa di un'eventuale legge nazionale di cui l'Italia è priva a differenza di altri paesi europei, come ad esempio Francia e Germania.

Fabrizio Bongioanni da La Repubblica.it/solidarieta

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