Cipsi: richiamo alle associazioni su Eritrea ed Etiopia

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"La tragedia dei clandestini eritrei che si è consumata nel mare davanti a Gela, con 11 annegati, molti dei quali non avevano più di 17 anni, ci richiama alle condizioni di vita in Africa e alle cause che spingono tante persone ad immigrare. Un ragazzo che era sul peschereccio della strage ha raccontato che erano partiti in 400 dall'Eritrea, per trovare un paese più sicuro dove vivere". Così Guido Barbera, Presidente del Cipsi (coordinamento di 37 Ong e associazioni di solidarietà internazionale) che dopo l'appello lanciato a fine maggio, per evitare un nuovo conflitto tra Eritrea ed Etiopia, ha dichiarato: "Continua il disinteresse delle istituzioni internazionali nei confronti del rischio reale di un nuovo conflitto tra Etiopia ed Eritrea, di fronte ai morti per miseria in Africa, e alle stragi della speranza su pescherecci arrugginiti. Ci rivolgiamo quindi a tutta la comunità internazionale e alle associazioni invitandole a rompere il silenzio attraverso un appello ai due Paesi a riprendere concretamente la costruzione di nuovi rapporti e relazioni, risolvendo i problemi ancora aperti. Dopo tanti sforzi fatti in passato, sarebbe assurdo non concretizzare il lavoro fatto. Per questo - continua Barbera - chiediamo di farci voce di questi ‘martiri' delle condizioni di vita dell'Africa e del disinteresse politico verso le tragedie umane".

Il Cipsi, in particolare, chiede alle Istituzioni internazionali di attuare un embargo totale sulla vendita di armi ai due Paesi; sollecita i Governi di Eritrea ed Etiopia a mettere in atto tutte le misure politiche e diplomatiche necessarie affinché vengano rimossi gli ultimi ostacoli per l'avvio della demarcazione dei confini di stato tra i due Paesi; chiede di vincolare l'attività di cooperazione internazionale ad una reale smobilitazione delle forze armate dei due Paesi ed alla pacificazione nella regione. Per questo si chiede di aderire all'appello e si invita a far pervenire le adesioni entro il 10 Ottobre tramite una mail a: [email protected].

"Le firme dell'appello - precisa l'organizzazione - verranno consegnate da una delegazione di associazioni impegnate da decenni in un cammino comune di solidarietà con le popolazioni dei due Paesi, agli ambasciatori di Etiopia ed Eritrea in Italia".

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