Cina: torture e espropri per far spazio al World Expo 2010

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In vista della World Expo del 2010, il governo cinese di Shanghai sottrae ai cittadini case e terreni per costruire hotel e centri commerciali. "Chi osa opporsi viene arrestato ed in carcere subisce abusi fisici e psicologici" - riporta Asianews citando Human Rights in China, un'organizzazione che opera per il rispetto dei diritti umani in Cina con base a New York. Per intimidire i cittadini di Shanghai, che sempre più spesso protestano contro la requisizione forzata e la demolizione delle loro case, la polizia locale "arresta a ripetizione chi presenta petizioni al governo" e prima dei processi "li sottopone ad abusi fisici e psicologici, delle vere e proprie torture" - infoma l'associazione.

I conflitti a causa dell'esproprio di case e terre fra governo e residenti crescono dal 2002, anno in cui Shanghai venne nominata sede della World Expo del 2010. Da allora il governo locale ha requisito con la forza migliaia di abitazioni per demolirle e costruire appartamenti di lusso, centri commerciali ed hotel in vista del futuro flusso di turisti. Secondo l'Ufficio di coordinazione della Fiera, il governo renderà disponibile un'area di oltre 5 chilometri quadrati per le esposizioni. Circa il 75% di questo terreno è nel distretto di Pudong, che fino ad ora ospitava 10.765 famiglie.

Il World Expo del 2010 propone tra l'altro la manifestazione "Una città migliore, una vita migliore" (Better city, better life) per favorire il confronto sui temi della "crescita economica e prosperità delle aree urbane", dell'innovazione scientifica e tecnologica per le aree urbane e dell'"armonia nelle comunità urbane e interazione con le aree rurali". I Paesi economicamente più avanzati che hanno già deciso di partecipare con un padiglione nazionale sono 17. Al termine dell'Expo le strutture più innovative e di particolare pregio architettonico otterranno una speciale autorizzazione a divenire strutture permanenti. Questi padiglioni rimarranno quindi in uso ai Paesi che li hanno realizzati e potranno ospitare mostre, fiere e altri eventi. Un fatto che evidenzia le gravi responsabilità degli stessi Paesi espositori per quanto riguarda le modalità di costruzione e gli sgomberi forzati. [GB]

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