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Chiesa cattolica: la sofferenza di questi giorni
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Irlanda, Germania, Olanda, Austria, Svizzera e con qualche caso pure in Italia. Pedofilia e Chiesa. Oltretevere sembra aver preso contromisure allo scandalo che ha travolto l’Europa.
Il fatto è grave e la Chiesa sta già citando il “mea culpa”. Altrettanto grave è l’aver puntato l’indice indiscriminatamente contro tutto il clero: religiosi, preti, suore, laici missionari. Tutti pedofili? Non lo so. Ciò che so è che frequento da mezzo secolo congregazioni, monasteri, seminari, case diocesane, uffici missionari, parrocchie, missioni estere e non ne ho mai conosciuto uno. Anzi. Ho sempre conosciuto molte persone religiose e “fidei donum” che hanno dato tanto.
Forse qualcuno è “reo” di fatti deprecabili tra adulti consenzienti o relazioni irregolari come l’Abbé Pierre ma è tutt’altra cosa dalla deprecabile pedofilia. Verso tutti non va perso quel minimo di misericordia che contraddistingue il sapiens dal lupus.
Ma visitiamo, per un attimo, il mondo che sta al di là delle mura del convento. La polis. Non mi sembra che, in questo campo, si svetti in virtù. Pur non scivolando nella pedofilia abbiamo avuto un’estate rovente che vide sbarcare molte ragazze di facili costumi in Sardegna oppure un autunno caldo con governatori e trans dall’altra parte del Tirreno e dell’emiciclo ed un inverno affatto mite tra prestazioni ed appalti targati “protezione civile”. Certo. Nulla a che vedere con i bambini ma non è forse il caso d’interrogarsi?
Quindi entrambi i mondi, al di qua ed al di là del muro di cinta, sono in subbuglio; seppur per esigue e colpevoli minoranze. Con due piccole differenze. Nel primo è scoppiato lo scandalo come suggerisce lo stesso Vangelo mentre il Trono se n’è vantato. La seconda differenza sta nel fatto che chi s’è pentito, da parte della polis, come l’ex governatore del Lazio è stato accolto nell’ecclesia. Mentre non mi sembra che le Istituzioni siano altrettanto accogliente nei confronti dei preti maledetti e reietti; anzi. Tutti a dettar soluzioni, peraltro semplicistiche sul come sortirne. Si sa. Siamo un popolo di navigatori, poeti e analisti.
L’amico don Cristelli su queste pagine scrive: “C’è chi pensa che per togliere come una spugna la piaga della pedofilia nel clero cattolico basti togliere il vincolo del celibato. E’ un illusione, perché la pedofilia, purtroppo, c’è anche nelle famiglie e stupro ci può essere anche tra marito e moglie”.
E’ quindi giusto e sacrosanto scandalizzarci per il prete pedofilo (ci mancherebbe) ma sarebbe, come suggeriamo da una dozzina d’anni, altrettanto giusto scandalizzarci per tutti i mariti, quasi tutti padri, di milioni di tedeschi, italiani, inglesi, americani che ogni anno affollano i bordelli della Thailandia o del Brasile per “andar” con bambine di dieci, otto perfino quattro anni. Anche se coetanee delle proprie figlie. Trattasi d’un triste primato che va all’Italia e di cui faremo volentieri a meno. Sono circa 80 mila ogni anno i maschi italiani, peraltro sempre più giovani, che si recano all'estero per motivi “non solo turistici” come ci segnala la campagna stop sexual tourism.
C’è poi il mondo inesplorato del turismo sessuale femminile, sempre made in Italy, “fatto di donne dal reddito e livello culturale alti. Le mete? Kenya, Gambia, Senegal, ma anche Cuba, Brasile, Colombia in una perversione che non ha precedenti”. Altro che Cooperazione Internazionale per lo sviluppo umano integrale dell’uomo.
Come uscirne? La risposta non può che essere “assieme”. Senza sterili divisioni tra cattolici e laici; riducendo la severità ecclesiale sia nei confronti dei divorziati che del clero che ha maturato altre scelte. Conoscendo e riconoscendo l’esile natura umana al fine di non violentarla con una tivù spazzatura che cancella ogni poesia, un internet invasivo in mano ad adolescenti, una rivisteria che offende la morale ed una pubblicità “doppiosenso” in ogni dove.
Se ne esce con la politica e quindi con regole certe per le agenzie turistiche e compagnie aree che organizzano “voli speciali” per i sud del mondo. Ed infine senso civico, iniziando a contraddire chi sa solo esprimere, non solo in piazza ed al bar, volgari luoghi comuni per ritrovare una serenità antica che ci ri-educhi all’affettività e alla nonviolenza; alla nonviolenza nell’affettività. Che aiuti i giovani a non bruciare le “tappe della conoscenza” in senso biblico del volto dell’altro perché “persino in Dio, il cui amore è senz’altro eros e totalmente agape, così nell’uomo che, facendo perno sull’eros, si apre all’agape donandosi all’altro gratuitamente”. (Benedetto XVI° in “Deus caritas est”)
Fabio Pipinato