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Che tristezza stasera a Verona ...
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Che tristezza, stasera, dopo la manifestazione veronese contro la violenza da cui mi sono allontanato. L'iniziativa era partita bene. Il gruppo promotore aveva invitato anche tifosi ultras dell'Hellas Verona perche' dichiarassero la netta divaricazione tra tifo e violenza. Aveva aperto il microfono alle varie opinioni. Poi, pero', si e' dichiarato disponibile all'inquinamento dicendo che ognuno puo' partecipare alla manifestazione con le sue caratteristiche. Se le caratteristiche fossero, come e' stato, la disponibilita' a spaccare vetrine, a sfilare a viso coperto con bastoni in mano, a scrivere sui muri inni alla P38, a seminare paura? Cosa c'entravano le 20 persone col passamontagna in mezzo al corteo con il gruppo promotore e con l'iniziativa? Cosa c'entravano le bandiere nere o rosso-nere con la bandiera arcobaleno? Perche' non capire che la violenza nei e attorno ai cortei puo' essere frutto di provocazione organizzata? E che porta al degrado? Che la violenza non solo e' feroce e stupida ma fa sempre il gioco dell'avversario?
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Per me, la possibilita' di immaginare e di preparare "un mondo altro" passa attraverso una totale e radicale opposizione-proposta nonviolenta. Alcuni dicono che si tratta di una discriminante che divide. In realta' a dividere, a screditare, anzi a distruggere i movimenti sociali e' la disponibilita' a tollerare qualunque forma di violenza. E' la violenza (macro o micro) che divide, separa, allontana dalla soluzione dei problemi, blocca le relazioni con gli altri, distrugge i rapporti umani, abbrutisce tutti.
Perche' non si vuol capire che le violenze sono sempre "reazionarie" e incivili, "fasciste"? E che solo la scelta della nonviolenza e' liberante, relazionale, inclusiva, festosa e creativa? E' la nonviolenza la novita' antagonista alla militarizzazione del mondo e della vita quotidiana. E' la nonviolenza l'alternativa (a tutte le ideologie), la forza di liberazione, l'energia vitale che tesse rapporti, crea reti, coinvolge. Il pacifismo generico puo' contenere le stesse logiche militari che si vogliono denunciare. Un capitolo del mio libro "La nonviolenza dei volti" ne parla diffusamente.
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Per me (e per Pax Christi) senza scelta nonviolenta non c'e' azione per la pace.
Avevamo concluso il nostro comunicato di solidarieta' con i giovani feriti auspicando che la doverosa e ferma indignazione per le violenze possa accompagnarsi ad "azioni sempre nonviolente, le piu' limpide e democratiche, le piu' adatte e credibili per affermare un altro modo di lottare per le proprie idee e per costruire relazioni libere, giuste e fraterne". Intendiamo riprendere e sviluppare l'idea. Per la politica, per i movimenti sociali e per il popolo della pace dovrebbe essere chiaro il motto di Martin Luther King: "o nonviolenza o non esistenza".
Sta forse morendo il pacifismo. Occorre operare perche' si organizzi la nonviolenza.
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di Sergio Paronetto
Sergio Paronetto insegna presso l'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di Verona dove coordina alcune attivita' di educazione alla pace e ai diritti umani. Tra il 1971 e il 1973 e' in Ecuador a svolgere il servizio civile alternativo del militare con un gruppo di volontari di Cooperazione internazionale (Coopi). L'obiezione di coscienza al servizio militare gli viene suggerita dalla testimonianza di Primo Mazzolari, di Lorenzo Milani e di Martin Luther King. In Ecuador opera prima nella selva amazzonica presso gli indigeni shuar e poi sulla Cordigliera assieme al vescovo degli idios (quechua) Leonidas Proano con cui collabora in programmi di alfabetizzazione secondo il metodo del pedagogista Paulo Freire. Negli anni '80 e' consigliere comunale a Verona, agisce nel Comitato veronese per la pace e il disarmo e in gruppi promotori delle assemblee in Arena suscitate dall'Appello dei Beati i costruttori di pace. In esse incontra o reincontra Alessandro Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Perez Esquivel, Beyers Naude' e tanti testimoni di pace. Negli anni '90 aderisce a Pax Christi (che aveva gia' conosciuto negli anni Sessanta) del cui Consiglio nazionale fa parte. E' membro del Gruppo per il pluralismo e il dialogo e, ultimamente, del Sinodo diocesano di Verona. Opere di Sergio Paronetto, La nonviolenza dei volti. Forza di liberazione