Cecenia: rappresaglie contro le Ong, controlli dei servizi segreti

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Nonostante in Cecenia continui la crisi umanitaria e la popolazione civile dipenda tuttora dagli aiuti provenienti dall'estero, il governo russo ha emesso una nuova normativa che renderà ancora più difficile il lavoro delle organizzazioni umanitarie. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Reuters, d'ora in avanti tutti i collaboratori delle organizzazioni non governative (Ong) e umanitarie potranno muoversi sul territorio ceceno solo con apposite autorizzazioni dei servizi di sicurezza russi, le autorizzazioni per un viaggio in Cecenia dovranno essere richieste con settimane di anticipo e ogni collaboratore dovrà essere registrato dai servizi segreti russi FSB - denuncia l'Associazione per i popoli minacciati. Già agli inizi di giugno le organizzazioni operanti in Cecenia erano state invitate a attenersi alla nuova normativa.

Nel frattempo in Cecenia continua la persecuzione degli attivisti per i diritti umani. Dal 1994 a oggi sono stati uccisi almeno 13 attivisti, molti hanno potuto salvarsi solo lasciando il paese. Le affermazioni del presidente russo Putin, secondo cui non vi sarebbe più nessuna guerra in Cecenia, sono davvero poco credibili in considerazione della sempre maggiore censura dell'informazione imposta al piccolo stato caucasico. Il 18 aprile 2006 in Russia era entrata in vigore un'altra legge, altrettanto criticabile, che imponeva un maggiore controllo delle Ong da parte delle autorità dello stato. Secondo questa legge tutte le Ong che operano in Russia dovranno rinnovare la propria registrazione in Russia

A un anno dall'assassinio dell'ultimo presidente ceceno liberamente eletto Aslan Maskhadov (8 marzo 2005) la situazione della popolazione civile in Cecenia continua a essere insopportabile, indifesa di fronte al terrore dell'esercito russo, dei servizi segreti russi, degli squadroni della morte del premier ceceno pro-russo Ramzan Kadyrov e dei gruppi radicali islamici. La vita della popolazione civile è caratterizzata dalla costante paura di essere rapiti, torturati, stuprati e uccisi e dalle catastrofiche condizioni umanitarie ed ecologica.

Le guerre del 1994-1996 e del 1999 sono costate la vita a circa un quarto della popolazione cecena, che conta oggi poco meno di un milione di persone e per i sopravvissuti la soluzione politica del conflitto sembra ormai utopia. "Il neo premier Ramzan Kadyrov è un criminale di guerra che ha partecipato in prima persona alle torture e agli assassinii di civili. I suoi squadroni diffondono il terrore nel paese, notte dopo notte stuprano, uccidono e rapiscono civili che spariscono nei cosiddetti sotterranei della tortura" denunciava nel marzo scorso l'Associazione per i popoli minacciati. [GB]

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