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Casa: Emmaus, 130 famiglie al gelo e in lotta
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Graziano Zoni di Emmaus Italia ha inviato una lettera a Berlusconi, Veltroni, Marrazzo, Ciampi, al Prefetto e al Questore di Roma: "Da oltre un mese, i rappresentanti di 140 famiglie, privi di una vera casa, hanno "piantato i paletti delle loro tende", peraltro precarie, nell'area del comprensorio dell'Istituto Romano S. Michele, Via del Casale de Merode, 8 a Roma, proprio accanto ai locali assegnati da oltre 10 anni alla Comunità Emmaus di Roma, aderente al Movimento internazionale fondato dall'Abbé Pierre. Il posto non è stato scelto a caso: purtroppo, in questa area, l'Istituto San Michele ha diversi immobili vuoti, inutilizzati. Uno, in particolare, è stato sistemato, ma ha continuato ad essere vuoto. E la stampa, ma non solo, ha da tempo denunciato questa intollerabile ingiustizia.
Vale la pena precisare che la Comunità Emmaus accoglie persone in difficoltà che col proprio lavoro di recupero e di riutilizzo di materiale usato ritirato presso le famiglie che gliene fanno dono, si mantengono e si permettono anche il "lusso" di sostenere azioni di solidarietà in Italia e nel mondo. Quindi, Emmaus Roma non poteva rimanere insensibile al dramma di queste persone, provenienti da situazioni e paesi diversi, che non hanno casa o sono comunque costrette a vivere in condizioni precarie, indegne per Esseri Umani.
Per oltre un mese, la Comunità Emmaus Roma ha provveduto ad assicurare a queste 140 persone, tra le quali ci sono anche donne e bambini, pasti caldi ogni giorno, energia elettrica, acqua per le necessità personali, pannolini, bevande calde durante il giorno, e quant'altro può servire per rendere meno disperata la loro condizione.
Dopo questo lungo periodo di emergenza, senza che nessuno abbia trovato una benché minima diversa e più umana alternativa, senza che nessuna autorità, responsabile del rispetto dei diritti delle cittadine e dei cittadini che abitano il nostro Paese, abbia sentito il dovere di farsi viva, Emmaus Italia sente il bisogno, il dovere di richiamare pubblicamente le autorità italiane di ogni ordine e grado perché immediatamente trovino una adeguata soluzione. Umana, non "di ordine pubblico". La giustizia va attuata con interventi diversi da quelli usati in Val di Susa!
La Comunità Emmaus di Roma non è più in grado di continuare a cercare di porre rimedio, alla meno peggio, a questa situazione. Emmaus Roma ritiene di aver fatto il possibile; ora spetta alle autorità cittadine, regionali e nazionali di trovare una soluzione meno precaria e più umana. La realtà che abbiamo davanti a casa è talmente evidente, che non occorrono altre parole per descriverla. Basterebbe che le Autorità cui spetta garantire i diritti costituzionali alle Persone che vivono nel nostro Paese, venissero a rendersi conto di persona e vi trovassero rimedio.
Emmaus Roma ed Emmaus Italia assicurano la loro collaborazione per trovare soluzioni rispettose della dignità delle persone.