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Carceri italiane: a che punto è la notte?
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È appena scaduto l’ultimatum della Corte Europea dei diritti dell’uomo che un anno e mezzo fa, in seguito a controlli in sette carceri nazionali, aveva condannato il nostro paese per le condizioni disumane in cui erano costretti a vivere i detenuti e aveva imposto una revisione dei regimi carcerari entro 15 mesi. Missione compiuta, quindi?
Immaginate di vivere in un paese dove le prigioni somigliano alle segrete dei peggiori film di serie zeta, con detenuti obbligati a vivere quasi senza lavarsi, dormendo per terra, spesso ammassati come bestie, senza nemmeno lo spazio per respirare e dimenticati in carcere senza la possibilità di compiere attività formative o di recupero di alcuni tipo. Indovinato! Ci vivete già.
Nel gennaio 2013 la Corte Europea ha sanzionato lo Stato Italiano per aver violato l’articolo 3 della Convezione Europea dei diritti dell’uomo, per intenderci quello che proibisce la tortura e i trattamenti inumani e degradanti, e ci ha concesso un anno e mezzo per trovare una soluzione al sovraffollamento e alla condizione dei carcerati, onde evitare di dover pagare ai detenuti maltrattati che presentino ricorso per la loro condizione multe che cumulate arriverebbero a svariati milioni di Euro.
Qualcosa si è mosso, e il recente decreto svuota carceri, appena divenuto legge, aveva esattamente lo scopo, con il suo corollario di sconti di pena, depenalizzazioni di reati, utilizzo di braccialetti elettronici e le immancabili polemiche ad uso e consumo dei teatrini delle varie fazioni politiche, di liberare il maggior numero di celle possibili ed evitare di venire obbligati ad aprire le già prosciugate casse pubbliche.
Niente umanità o rinascita della passione per i diritti civili, dunque, ma semplice e pura contabilità. Per fare un esempio: la chiusura degli OPG, gli ospedali psichiatrici giudiziari, vere “carceri per matti pericolosi”, è ancora una volta rimandata, perché non ci sono risorse o forse perché interessa a pochissimi.
Ma vediamo la questione nel dettaglio grazie ai dati resi noti da Mauro Palma, fondatore e presidente onorario di Antigone e nel 2013 nominato Presidente della Commissione del Ministero della Giustizia italiano per l’elaborazione degli interventi in materia penitenziaria.
Il dott. Palma, profondo conoscitore della materia, comincia con il definire il nostro modello detentivo completamente sbagliato se rapportato alle principali normative europee “si tratta di un modello totalmente reclusivo, passivizzante e chiaramente dal punto di vista della rieducazione sociale non serve a niente, non ti abitua a gestire la tua giornata, non ti abitua a metterti in gioco. La commissione voluta dal ministero ha analizzato tutta una serie di misure che impostavano il mutamento del modello detentivo italiano per portarlo in linea con le regole penitenziarie europee”
I numeri post decreto parlano chiaro: in poco più di un anno l’Italia è passata dall’avere più di 67.000 detenuti a fronte di 46.000 spazi detentivi disponibili a contare 60.000 incarcerati con un incremento dei posti a 49.000, con una media di messa in libertà di circa 350 persone ogni mese.
Ed il numero dei rilasciati potrebbe ulteriormente aumentare data la recentissima incostituzionalità legata alla legge Fini Giovanardi la quale equiparando droghe leggere e pesanti aveva portato ad un aumento delle carcerazioni legate alla detenzione di droghe leggere. La sentenza della Corte Costituzionale ha causato la rideterminazione (al ribasso) della pena per molti detenuti a causa di piccoli reati legati alla droga: con le nuove regole, che in realtà ripristinano le vecchie, molte usciranno.
Certamente la strada da compiere è ancora lunghissima e la risposta non può prendere la forma di una sentenza libera tutti. È necessario rafforzare i percorsi riabilitativi all’interno delle prigioni dove presenti e approntarne dove ancora non ve ne sono, in modo da tentare il recupero di chi ha sbagliato.
Proprio per questo, tutte le associazioni italiane impegnate nel mondo carcerario si sono unite in un cartello comune inviando una precisa richiesta di riforma del sistema penitenziario italiano non solo al premier Renzi e al presidente Napolitano ma anche al presidente del Consiglio Europeo Hermann Van Rompuy e al presidente della commissione Libertà civili del Parlamento Europeo Juan Fernando Lòpez Aguilar. Viene in mente Il famoso versetto di Isaia : sentinella quanto resta della notte? Viene il mattino, poi anche la notte.; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!
Così sia.