Bulgaria: accordo di cooperazione militare per tre basi Usa

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Il Segretario di Stato Condoleezza Rice e il ministro degli Esteri bulgaro Ivaylo Kalfin hanno firmato un accordo di cooperazione militare durante l'incontro informale dei ministri degli Esteri dei paesi aderenti alla Nato, tenutosi a Sofia il 28 aprile scorso. L'accordo riguarda il dispiegamento di forze militari americane in tre basi che si trovano sul territorio bulgaro: le aviobasi di Bezmer (nei pressi di Yambol, nella Bulgaria sud-orientale), Graf Ignatievo (a pochi chilometri da Plovdiv) e il poligono di Novo Selo (vicino a Sliven), oltre ai depositi militari che si trovano a Aitos, non lontano dalla città portuale di Burgas. Per la prima volta nella sua storia truppe straniere saranno dispiegate stabilmente in Bulgaria. L'accordo prevede l'uso congiunto delle basi, ed ha durata di dieci anni. Ogni sei mesi, a rotazione, verrà ospitato un contingente di militari americani di 2500 unità, a partire dal 2007 o dal 2008. Gli Usa non pagheranno nessun affitto per l'uso delle basi, ma dovranno sostenere le spese operative e di manutenzione - Tanya Mangalakova per l'Osservatorio sui Balcani.

Il documento dovrà essere approvato dal parlamento, ma ci sono almeno due punti molto controversi. Il primo riguarda la possibiltà che le truppe Usa stazionate in Bulgaria possano essere inviate in missione contro paesi terzi senza il permesso del governo bulgaro, l'altro riguarda la giuristizione di crimini eventualmente commessi da militari americani in territorio bulgaro. Le autorità bulgare hanno rinunciato alla giurisdizione per i casi di giustizia ordinaria, ma la reclamano in casi di particolare gravità.

Vari media bulgari hanno riportato un articolo, pubblicato il 24 Aprile dal "Washington Times", nel quale si parlava della possibilità che le truppe Usa potessero essere inviate in missione in paesi terzi senza l'esplicito consenso del governo bulgaro. Il portavoce del ministero degli Esteri bulgaro Dimitar Tsanchev, ha però smentito l'analisi del "Washington Times", sostenendo che un attacco dalle basi situate in Bulgaria potrebbe avvenire solo in seguito a consultazioni con le autorità bulgare e con il loro consenso. Nikolay Svinarov, parlamentare e membro della commissione difesa, ha affermato che nell'accordo non compare nessuna clausola che consentirebbe agli Usa di attaccare altri paesi.

Il 25 aprile il quotidiano "Monitor" riportava la conferma del "Washington Times" sull'eventualità che la Bulgaria potesse diventare base operativa per attacchi contro l'Iran. Da parte del governo di Sofia, è stato sottolineato che le basi rimarranno comunque sotto la catena di comando bulgara, e che l'ufficiale in comando e la bandiera che sventolerà sulle basi saranno anch'essi bulgari. Secondo il quotidiano "Dnevnik", Sofia e Washington dovranno accordarsi entro il mese prossino sui parametri che definiranno in concreto l'uso congiunto delle basi.

La cosiddetta "libertà operativa" cioè la possibilità per le truppe americane di usare le basi in vari tipi di operazioni, è stata al centro delle negoziazioni dell'ultimo mese. La questione è divenuta tanto più attuale, in quanto all'interno della sfera negoziale è stata discussa l'eventualità di un azioni militari nei confronti dell'Iran. Mentre le forze governative definivano la firma dell'accordo come "un momento storico per la Bulgaria", il partito nazionalista "Ataka" ha dimostrato in piazza il suo forte scetticismo verso la presenza di truppe americane in Bulgaria.

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