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Brasile: dopo la Marcia il governo fa promesse
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Martedì 17 maggio si è conclusa la Marcia per la Riforma Agraria organizzata dal Movimento dei Lavoratori Senza Terra (MST). Più di duecento chilometri a piedi non sembrano essere stati vani: gli incontri tra vari ministri, rapprsentanti del movimento e, sopra tutti, il presidente Luis Inacio Lula da Silva hanno prodotto alcuni risultati. La giornata sembrava essersi conclusa nella maniera più triste possibile: una carica della polizia sui manifestanti che non volevano far altro che assistere ad una rappresentazione teatrale sul prato antistante il palazzo del congresso. Nessun ferito grave, solo un ritorno in accampamento con l'amaro in bocca.
Il 18 maggio presso il palazzetto dello sport vicino all'accampamento viene organizzata l'assemblea generale. Dopo la "mistica", una rappresentazione tipica del movimento, i dirigenti nazionali si alternano per un bilancio della marcia. Il movimento esce sicuramente rafforzato dall'esperienza, "un esercizio di organizzazione, con formazione permanente, radio comunitaria, che è riuscito a imporre il tema della riforma agraria nella società civile brasiliana". Ma anche il governo sembra voler fare la sua parte.
Impegni ancora generici da parte di vari ministeri (Educazione, Tecnologia e Ricerca, Salute, Integrazione Nazionale, Sviluppo Sociale) per realizzare nuovi progetti negli stanziamenti del movimento: si parla di cento scuole, impianti idraulici, strutture sanitarie, misure di controllo alimentare. La Banca Nazionale dello Sviluppo libererà una parte, ancora incognita, del fondo sociale di 20 milioni di euro per infrastrutture. L'Ente per la Ricerca Agricola (EMBRAPA) inizierà ricerche orientate alla realizzazione della riforma agraria.
Impegni invece più concreti da parte del governo:
1) Gli aiuti alimentari per le famiglie accampate nei terreni occupati dal movimento arriveranno con frequenza mensile e non più trimestrale.
2) Verrà indetto un concorso per 115 posti nell'Istituto per la Riforma Agraria, ora sotto organico.
3) Verranno aggiornati i criteri secondo cui un terreno viene riconosciuto improduttivo (e quindi passibile di espropriazione) o meno. Due mesi fa lo stesso progetto, presentato dal Ministero dello Sviluppo Agrario, era stato bloccato.
4) Il governo si impegna a dare terra (assentare) a 115.000 famiglie nel 2005 e concludere il suo mandato con 400.000 famiglie assentate. Poiché questo obbiettivo non è meramente politico, ma anche finanziario (il ministro dell'economia aveva decurtato di un terzo il budget destinato al progetto) il governo presenterà un progetto di legge entro il 31 maggio per un aumento del finanziamento al progetto.
5) È stata creata una nuova linea di credito di 30 milioni di euro per l'agricoltura familiare.
6) Ogni famiglia assentata riceverà un prestito di 2.000 euro con interesse dell'1% annuo (gli interessi applicati dalle bance sono più del 100%).
Per giungere a questi accordi sono state fatte 28 riunioni con funzionari governativi (di giorno e di notte), 3 con ministri, una con il presidente, durata circa tre ore.
I coordinatori del Movimento Sem Terra sembrano oscillare tra la soddisfazione dei risultati e il timore che il governo non riesca a mantenere gli impegni prima della fine del mandato. Ma una cosa è certa: tredicimila paia di gambe non hanno marciato invano.
di Mario Alemi