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Brasile: MsT, impunità a 10 anni dalla strage di Eldorado
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In occasione dei dieci anni dal massacro di Eldorado dos Carajás, oggi 18 aprile, alcuni gruppi delle associazioni italiane vicine al Movimento senza terra (Mst) si sono recate all'ambasciata del Brasile a Roma e presso alcuni consolati per chiedere giustizia per le vittime e i sopravvissuti della strage di Eldorado. Dieci anni fa gli agenti aprirono il fuoco indiscriminatamente contro un gruppo di 500 contadini, inclusi donne e bambini, che manifestavano pacificamente per il diritto alla terra: 19 di loro furono uccisi e diverse decine rimasero feriti. A dieci anni dai fatti, migliaia di 'sem terra' si sono riuniti nel luogo del massacro chiedendo un nuovo processo contro i 147 poliziotti coinvolti, già assolti nel 2000 e nel 2002: "Siamo qui per denunciare l'impunità. Tutti gli agenti che parteciparono all'operazione sono stati prosciolti e anche gli unici due riconosciuti colpevoli non sono in carcere" - riportano in una nota i vertici del Mst, riferendosi al colonnello Mário Colares Pantoja e al maggiore José Maria Oliveira, condannati rispettivamente in primo grado a 228 anni e 158 anni e 4 mesi di detenzione, che attendono a piede libero un giudizio di appello non ancora celebrato.
"Il Brasile dovrà convivere ancora per molti anni con la crudeltà praticata dalle forze di sicurezza dello Stato. Le marce di protesta oggi sono contro il potere giudiziario, perché solo i poveri vanno in carcere nel nostro paese" - ha detto Ulisses Manacas, coordinatore del Movimento senza terra (Mst) nello Stato amazzonico di Pará, unendosi alle celebrazioni realizzate in tutto il Brasile in memoria delle vittime della strage di Eldorado dos Carajás, compiuta dalla polizia militare il 17 aprile 1996. Dure parole di denuncia anche verso il governo del Parà che "non sta facendo niente a favore dei lavoratori. Realizza investimenti, apre e recupera strade in funzione dello sviluppo dell'agrobusiness e per rafforzare alcuni gruppi, Il governo dello stato si organizza per garantire la struttura economica dei latifondisti".
Nel Stato amazzonico di Pará negli ultimi 33 anni sono stati assassinati 772 lavoratori. Solo per 11 casi è stata completata l'inchiesta giudiziaria e solo in 2 casi c'è stata una condanna. Ma i condannati non sono in prigione. "Eldorado si inserisce in questo scenario di impunità. Nella pratica vediamo che il latifondo arretrato in certo modo ha acquistato uno status morale, in questo momento di crescita dell'agrobusiness in Amazzonia. È proprio in questo latifondo arretrato che si va sviluppando l'agrobusiness, Il Potere giudiziario in Amazzonia, soprattutto in Parà, è sempre stato lontano dalla giustizia vera e propria. È esemplare quando si tratta di punire lavoratori ma quando si tratta di punire chi detiene il potere economico il suo comportamento non è molto agile. La vicenda del processo per il massacro di Eldorado è una dimostrazione di questo" - ha detto Charles Trocate, della Direzione Nazionale del MST.
Il MST ha deciso di chiedere lo spostamento del processo di Eldorado dos Carajás alla giustizia federale. Molti militanti e dirigenti del MST sono costantemente minacciati di morte. "Qui diciamo - afferma Trocate - che è un privilegio avere lottato in questa regione e non essere ancora stato assassinato dal latifondo. Nel Parà, concludeil dirigente del MST, l'86% della ricchezza è controllata da 8.600 famiglie che stanno a Belém, nella regione di Marabà e Santarém. In Parà i fazendeiros sono tutti colpevoli di appropriazione indebita delle terre, di crimini ambientali e di lavoro schiavo". [GB]
Fonte: MsT-Italia