Botti di Capodanno: per gli animali non è una festa

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Monica aveva una cagnolina di nome Birba, parte integrante del piccolo nucleo familiare formato da lei e suo marito. Una sera, per una cena a cui non potevano mancare, hanno dovuto lasciare Birba da sola in giardino, comunque ben chiuso. Si era in prossimità delle festività natalizie ma mai avrebbero pensato che quella notte di metà dicembre si sarebbe trasformata in un inferno di botti e petardi nel vicinato, che hanno lasciato la cagnolina traumatizzata, fino alle crisi epilettiche che a lungo andare si sono rivelate fatali. Un caso tanto doloroso quanto non isolato, con incidenti simili che in genere culminano nella notte di Capodanno, da sempre associata a esplosioni di razzi, petardi e fuochi d’artificio per salutare l’anno nuovo. Per i nostri amici animali, all’improvviso catapultati in mezzo a un caos di luci ed esplosioni, non si tratta certo di una festa, ma di una pesante fonte di stress e di un serio fattore di rischio per la loro vita. Vale veramente la pena, per un po’ di fracasso festaiolo notturno?

Sebbene in Italia vada crescendo il numero di Comuni che emanano provvedimenti restrittivi o di divieto, la pratica è tutt’altro che diminuita e ogni anno assistiamo al solito tragico bollettino di guerra: quest’anno, ad esempio, si parla di 251 feriti (il 30% in meno rispetto allo scorso anno, ma comunque una cifra scandalosa per un solo giorno che vorrebbe essere di festa) e, per fortuna, nessun morto. Per quanto riguarda gli animali, le associazioni parlano di circa 5.000 animali morti all’anno, domestici e selvatici, nella notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio. “Legali, illegali, piccoli, grandi, artigianali o meno, stiamo parlando di oggetti che nella maggior parte dei casi rappresentano veri e propri ordigni” si legge nel testo di una delle numerose petizioni animaliste per la messa al bando dei botti, che elenca nel dettaglio tutti i principali pericoli.

Negli uccelli, ad esempio, “un botto causa uno spavento tale che li induce a fuggire dai dormitori (alberi, siepi e tetti delle case), volando al buio alla cieca anche per chilometri, andando a morire sfracellati addosso a qualche muro, albero o cavi elettrici; quelli che riescono ad atterrare o a posarsi in qualche albero spesso muoiono assiderati a causa delle rigide temperature invernali e alla mancanza di un riparo”. Ogni anno vengono riscontrati danni da stress anche negli animali da allevamento e nei piccoli mammiferi selvatici che vivono nei parchi e nei boschi. Ma sono soprattutto gli animali domestici – cani e gatti in primis – le principali vittime dei botti di S. Silvestro: le esplosioni e l’eccessivo frastuono tendono infatti a sconvolgerli, anche a causa del loro udito che risulta essere fino a sette volte più sensibile e sviluppato rispetto al nostro. “I forti rumori li gettano nel panico – scrive la Lav-Lega Anti Vivisezione in un recente comunicato stampa – inducendoli a reazioni istintive e incontrollate come gettarsi nel vuoto, divincolarsi follemente per strappare la catena, scavalcare recinzioni e fuggire in strada mettendo seriamente a repentaglio la loro incolumità e quella degli altri”.

E poi c’è lo shock, che spesso si risolve nel giro di poche ore, quando la situazione torna alla normalità, ma che nel peggiore dei casi può diventare un trauma serio e avere conseguenze anche fatali, come l’infarto o le crisi epilettiche, come nel caso della cagnolina Birba. I padroni di cani e gatti si trovano così a gestire una vera e propria emergenza, e anche quest’anno su internet e sui social network fioccavano i commenti di utenti furibondi e preoccupati, alle prese con il panico dei propri amici a quattro zampe. In realtà, esistono diversi accorgimenti che possono contribuire ad alleviare il loro disagio, tra cui: rimanere sempre calmi davanti al nostro animale e parlargli con voce tranquilla, non guardarlo direttamente negli occhi né coccolarlo troppo (confermerebbe che il suo stato di ansia è giustificato). Meglio non lasciarlo solo in questi momenti, ma se proprio dobbiamo uscire senza di lui non dobbiamo tenerlo all’aperto in giardino o sul balcone, da cui potrebbe fuggire, ma semmai lasciarlo in pace nel suo eventuale rifugio dentro casa, con cibo, acqua e qualche gioco, finestre chiuse e persiane abbassate, magari la TV accesa o la radio per attutire i rumori esterni e per trasmettergli un senso di sicurezza e normalità. Anche nei casi più difficili è sempre meglio non ricorrere troppo ai farmaci, e magari optare per maglie anti-stress o massaggi specifici, ed è importante dotare il proprio animale di tutti gli elementi identificativi (nel caso dei cani, microchip e anagrafe secondo la legge), che si rivelano preziosi in caso di fuga.

Scrive la Lav, “se l’animale scompare presentate subito una denuncia di smarrimento alla polizia municipale o al Servizio Veterinario della ASL (…). Informate del suo smarrimento le associazioni animaliste e zoofile e recatevi personalmente nei canili anche delle aree limitrofe e chiedete di fare un giro tra i box. Chiamate gli studi veterinari e il servizio veterinario ASL per verificare che non sia stato rinvenuto ferito”.

Ora che la giornata più difficile è passata, dobbiamo comunque stare attenti ai comportamenti del nostro amico e magari cominciare già da subito un percorso cane-padrone per migliorare il feeling e trovare dei modi per superare insieme questi momenti di emergenza. Ancora, meglio tenere il cane al guinzaglio, almeno in queste giornate “a rischio”, in modo che non fugga per lo spavento in caso di esplosioni residue, o non si metta a giocare con petardi inesplosi, che potrebbero deflagrare all’improvviso per un tocco o una pressione (avvertimento valido per animali e umani).

Certo, la cosa migliore sarebbe che tutti si astenessero dal festeggiare con i botti, anche se in certi luoghi dove la consuetudine è fortemente radicata è quasi un’utopia. Non resta che affidarsi al buonsenso dei cittadini e continuare a diffondere le campagne di sensibilizzazione, come quella promossa dall’hashtag #salviamolaforestale,  gli appelli delle associazioni animaliste, le raccolte di firme, gli articoli e i consigli degli esperti. Dopotutto, se al pericolo per persone e animali aggiungiamo i danni ambientali (si riscontra in genere un aumento dell’inquinamento da polveri sottili nocivo per chi soffre di asma e altre patologie respiratorie), e problematiche etiche anche gravi (come lo sfruttamento del lavoro minorile nelle fabbriche legali e illegali di fuochi d’artificio in diverse parti del mondo), vediamo che ci sono davvero tanti buoni motivi per rinunciare ai botti pericolosi e accontentarci di quello dello spumante, che va bene lo stesso, non fa male a nessuno ed è sempre di buon augurio.

Anna Toro

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