Bolivia: Morales annuncia lotta ai trafficanti, non ai Cocaleros

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Il neo-presidente Evo Morales ha lanciato il piano 'Cocaina zero', impegnandosi a perseguire i narcotrafficanti e, allo stesso tempo, a tutelare i contadini che coltivano tradizionalmente la foglia di coca, principale fonte di sostentamento per una larga fascia di popolazione povera- informa l'agenzia Misna. Morales ha chiarito che il suo governo non parlerà mai di "Coca zero" in riferimento alle politiche anti-droga dei suoi predecessori "tutte destinate al fallimento". Di fronte a migliaia di sostenitori il presidente ha ribadito che si batterà "affinché la coca non figuri più nella lista dei 'veleni' delle Nazioni Unite", pur precisando che "questo non comporterà comunque la libera coltivazione".

Morales ha chiesto ai 'cocaleros' di rispettare l'accordo raggiunto nel 2004 con l'allora presidente Carlos Mesa, che consente a ogni famiglia del Chapare di coltivare un 'cato' di coca (circa 1.600 metri quadrati) per uso tradizionale, in attesa che sia completato uno studio sull'effettivo consumo della foglia su scala nazionale che potrebbe consentire un'estensione delle piantagioni legali. Il presidente ha ricordato anche i violenti scontri tra forze anti-droga (Umopar) e 'cocaleros' che negli ultimi anni hanno provocato decine di morti e feriti: "oggi vogliamo sostenere la lotta al narcotraffico nazionalizzando la produzione di coca: bisogna colpire il trafficante e non il coltivatore". Per ricoprire l'incarico di nuovo 'zar' anti-droga Morales ha designato l'ex-'cocalero' Felice Caceres, uno dei fondatori del suo 'Movimiento al socialismo' (Mas), insediatosi ufficialmente come vice-ministro della Difesa sociale.

Morales ha sempre sostenuto che "la coca non è cocaina e un produttore di coca non è uno spacciatore di cocaina, così come i consumatori della foglia di coca non sono tossicodipendenti". Per le popolazioni andine, che coltivano la coca secondo una millenaria tradizione, le foglie del cespuglio di coca sono un integratore alimentare e uno stimolante e vengono usate durante le cerimonie religiose.

Nei giorni scorsi, mantenendo fede all'impegno annunciato in campagna elettorale, il neo-presidente boliviano ha più che dimezzato il suo stipendio con un decreto che lo riduce del 57%: al posto dei 3.250 euro dei suoi predecessori percepirà circa 15.000 bolivianos, l'equivalente di 1.540 euro. Per legge, nessun altro può avere un salario superiore al suo: pertanto anche i ministri subiscono una decurtazione e da circa 2.450 euro, ne riceveranno 1.430 al mese. In entrambi i casi l'emolumento è di gran lunga superiore a 30 volte il salario medio del resto dei boliviani, stimato in circa 45 dollari. Morales ha detto che i fondi risparmiati verranno destinati a rinforzare i settori della sanità e dell'istruzione. "Abbiamo bisogno di 6000 insegnanti supplementari, ma abbiamo risorse per pagarne solo 2.200" ha dichiarato. Non è chiaro se e quando il neo-capo di Stato chiederà la riduzione degli stipendi dei deputati, che al momento sono ancora fermi a circa 2.040. Secondo osservatori locali, disponendo di un'ampia maggioranza, Morales chiederà al Parlamento di adottare lo stesso provvedimento. [GB]

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