Basta corsie riservate. Vogliamo stare in mezzo alla gente perché siamo persone

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Foto: Unsplash.com

Il cammino compiuto dalle associazioni e dalle federazioni che rappresentano le persone con disabilità in questi anni ha raggiunto notevoli risultati. Tanti passi in avanti sono stati compiuti, ma non ci nascondiamo che molto c’è ancora da fare. Per questo noi di UILDM quest’anno, per festeggiare il nostro 60° compleanno, abbiamo scelto uno slogan che racchiude questa idea: “60 anni: è solo l’inizio”. Non ci bastano i risultati raggiunti, noi vogliamo continuare a lottare per i diritti di tutti ed esplorare nuove strade. E proprio in questa fine d’anno mi vengono in mente alcune parole che descrivono le sfide per il nostro futuro.

Riconoscere

L’impegno delle associazioni che lavorano nel mondo della disabilità è tutto orientato al riconoscimento della persona, al di là della disabilità. “La persona è al centro delle nostre azioni”, amiamo ripetere in UILDM perché abbiamo la convinzione che da questo scaturisca una nuova visione della società. Questa concezione di persona si lega ad un’altra idea essenziale, ben presente nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità: la disabilità è una condizione, non una patologia. Vuol dire che prima di tutto noi siamo persone e che la disabilità è una situazione creata dall’ambiente esterno, dalla società. Pertanto una soluzione si trova se smettiamo di guardare alla persona attraverso i suoi limiti, e iniziamo a pensare alle sue potenzialità. Mi piace infine ricordare che, se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi 60 anni, è che i risultati si raggiungono insieme, facendo rete, creando alleanze con associazioni e Istituzioni. Non da soli.

Geografia

Dobbiamo imparare a essere dei bravi geografi, metterci a studiare le mappe con gli strumenti più adatti, per trovare la strada giusta. Ci sono ancora troppe differenze geografiche nell’applicazione delle normative, dei diritti, nella presenza dei servizi territoriali. Non è concepibile che, alla fine del 2021, troppe persone con disabilità siano ancora chiuse in casa o non abbiano un accesso diretto e agevole ai servizi, a causa della disparità di trattamenti tra Nord e Sud. Tutto quello che è stato conquistato in questi anni di lotte deve essere equamente distribuito e messo a disposizione di tutti a livello locale. La sanità e il sociale devono essere una sola cosa in tutta la Penisola. Da anni, a gran voce, tutte le associazioni del nostro mondo, insieme, chiedono uniformità di applicazione, di presa in carico della persona con disabilità...

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