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Bambini: l'Ue faccia di più contro la povertà infantile
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Nei Paesi in via di sviluppo 600 milioni di bambini vivono in famiglie il cui reddito è di 1 dollaro al giorno, più di 100 milioni di minori, due terzi dei quali bambine, non vanno a scuola, circa 150 milioni di bambini e bambine soffrono di malnutrizione, 10 milioni ogni anno muoiono per malattie facilmente prevenibili e l'HIV/AIDS si sta diffondendo a ritmi vertiginosi. Questi dati sono riportati nel rapporto presentato presso il Parlamento Europeo a Bruxelles intitolato "We don't do childhood poverty - we do large roads! - The EU, the Millennium Development Goals and Children".
Il Rapporto sottolinea come l'Unione Europea, il maggiore donatore al mondo, solo in pochissimi casi ha avviato politiche espressamente rivolte ai bambini nei Paesi in via di sviluppo. I bambini non sono inclusi nelle politiche di sviluppo dell'Ue. Nonostante l'impegno, assunto nel 2000, di comprendere i diritti dei bambini fra i quattro temi guida delle politiche di sviluppo europee, con la conseguente adozione di interventi e misure ad hoc, le quattro tematiche sono state ridotte a tre, con l'esclusione di quella relativa ai diritti dei bambini. Non si ravvisa un approccio strategico globale alla povertà infantile che non è considerata, all'interno della questione povertà, un tema prioritario per la Commissione Europea.
Nel 2003, appena il 2,3% della spesa sociale allocata ai paesi dell' ACP (African, Carribean and Pacific Group of States) è stata spesa in educazione di base. Nonostante il riconoscimento che i bambini e in particolare gli orfani sono tra i più colpiti da malattie legate alla povertà, ciò non costituisce una priorità a livello di programmazione politica.
I bambini sono invisibili nelle politiche della Commissione Europea sull'HIV/AIDS e su altre malattie legate alla povertà. La revisione delle politiche di sviluppo della Commissione Europea dovrebbe prevedere un focus sulla povertà infantile e sui diritti dei bambini e l'Unione Europea dovrebbe avere una strategia globale in materia.
E' necessario incrementare gli aiuti allo sviluppo fino allo 0,6% del Pil dei Paesi dell'Unione Europea entro il 2009 per poi raggiungere l'obiettivo dello 0,7 entro il 2013. E' necessario esprimere con chiarezza il no all'imposizione di tasse sui servizi educativi e sui servizi sanitari di base. Il mancato gettito fiscale può essere compensato con l'eventuale incremento degli aiuti entro il 2006. Bisogna mettere al primo posto il supporto agli orfani e ai bambini più vulnerabili nelle politiche della Commissione Europea per l'HIV/AIDS, comprendendo con ciò la ricerca e lo sviluppo dei farmaci retrovirali per i bambini e il rafforzamento dell'impegno internazionale nel fornire terapie anti-retrovirali gratuite a tutti coloro che ne abbiano bisogno.