Bali via internet: la scommessa di OneWorld

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Non siamo mai stati teneri con le politiche dello zio Sam nella nostra "first life". Altra cosa sembra accadere in "second life". A Bali (Indonesia) dove si è tenuta la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima a Bali (UNFCCC) OneWorld ed il rappresentante del Congresso USA cooperano. Ne danno notizia i media più autorevoli dal Washington Post alla CNN.

Il Presidente del Comitato ristretto sulle Energie Alternative e del Riscaldamento Globale, il congressista Democratico del Massachusetts, Edward Markey si è unito infatti all'iniziativa 'Virtual Bali' di OneWorld.net per partecipare alle trattative sul cambio climatico delle Nazioni Unite. È intervenuto, usando una versione animata in 3 dimensioni di sé stesso (un "avatar"), alla conferenza dalle ore 9.30 del mattino (ora di Bali) di mercoledì 12 dicembre. Il congressista Markey ha cercato con tale iniziativa a dar coerenza e peso al suo intervento risparmiando la quota parte di circa 5.36 tonnellate di emissioni di CO2 che corrisponde al viaggio aereo tra Washington e Bali. Ha inoltre risparmiato il costo del biglietto aereo e due giornate di volo partecipando virtualmente e alla pari del cittadino di Nairobi, San Paolo o Calcutta.

Lo diciamo da un decennio: non v'è nulla di più democratico di internet. Ma siamo anche consapevoli che gli aggeggi sui quali digitiamo i nostri scritti ed il server che consente la rete non sono esenti da emissioni. Anzi, sembrano inquinare come dei SUV e ci sentiamo parte di questa contraddizione che ha comunque un saldo positivo in termini di partecipazione e democraticità.

Certo, la partecipazione è asimmetrica e Kamau di Nyahururu - ridente località all'equatore del Kenya - non avrà la stessa visibilità del congressista Markey. Però, anche nostro tramite, ha le stesse opportunità di partecipare alle sessioni on line delle Convention ONU ponendo anche lui delle domande ai relatori, agli altri partecipanti, etc. Libertà come maggiori opportunità per dirla con Amarthya Sen. Internet, quindi, come promotore dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile.

Sono bastati due tecnici targati OneWorld in Indonesia per dare accesso alla Conferenza Onu a molte persone da ogni dove. I cittadini nella forma di avatar sono arrivati ogni giorno sull'arcipelago di OneClimate.net dalle 12.30 alle 14.30 (ora media di Greenwich) per guardare le conferenze stampa, porre delle domande e fare dei commenti agli attivisti per il clima e agli esperti a Bali. Il dott. John Holdren, esimio scienziato per il clima del Woods Hole Research Center (Whrc) negli Stati Uniti era uno di questi esperti; M. J. Mace, Direttrice programma FIELD e consigliera alle delegazioni degli stati della Pacific Island un'altra. Sedevano accanto a perfetti sconosciuti con pari opportunità. La loro provenienza include la Gran Bretagna, il Canada, l'Italia, l'Australia, il Giappone, la Cina, i Paesi Bassi, la Serbia, la Romania, gli Stati Uniti, il Sud Africa, la Germania, il Belgio sino agli atolli che temono la scomparsa. Molti si fermano dopo le interazioni con i delegati di Bali per continuare a discutere le questioni climatiche tra di loro.

Scusate l'inusuale autoreferenzialità, ma lasciateci dire che OneWorld sta lavorando per dare la possibilità a tutti, in qualsiasi luogo - dai politici americani alle persone nelle comunità più povere del mondo - di dire la propria su ciò che realmente conta. I 13 centri in 4 continenti con 1.600 partner celebra in questi giorni il compleanno del network italiano.

L'esperimento potrebbe, anzi, scusate, dovrebbe, essere subito rilanciato da altre conferenze ONU e sui Social ed Economic Forum che vedono ogni anno convenire migliaia di persone in punti diversi del pianeta usando aerei sempre più inquinanti ed in palese contraddizione con uno stile di vita più sobrio.
Dai mezzi passiamo ai fini. L'Onu ha infatti elogiato la decisione di un comitato del Senato Usa di tagliare le emissioni di gas serra nello stesso momento in cui lo studio ovale ribadiva la sua opposizione ai tetti di emissione.

"E' un segnale incoraggiante dagli Stati Uniti" - ha detto Yvo de Boer, a capo del Segretariato dell'Onu per i cambiamenti climatici. Il funzionario ha rimproverato anche l'isolamento dell'amministrazione del presidente George W. Bush, dopo che lunedì il governo australiano ha ratificato il protocollo di Kyoto, lasciando gli Usa, l'unica nazione sviluppata, fuori dal patto.

La dichiarazione della White House è incurante della richiesta da parte dei rappresentanti degli Stati isolani che sollecita le nazioni più ricche per un taglio delle emissioni di gas a effetto serra ben oltre i limiti già concordati. Gli Stati che si estendono su arcipelaghi o isole, a poca altezza dal livello del mare, come è il caso delle Maldive nell'Oceano Indiano o di Tuvalu nel Pacifico, stanno già subendo gli effetti dell'innalzamento dei mari e di violente tempeste, fenomeni legati al cambiamento climatico. E, sul lungo termine, molti atolli rischiano di essere sommersi.

Bene, quindi, per le politiche del Congresso USA e una nuova maglia nera alla Casa Bianca che sembra irritarsi di fronte alla sobrietà. Si, perché di sobrietà si tratta. Non forzata come accaduto in questi giorni in Italia ove molti cittadini prendevano finalmente i mezzi pubblici, non strabordavano i carrelli dei supermarket, respiravano un'aria più pulita, s'incontravano nelle piazze e non nei distributori e sembravano apprezzare uno stile di vita più lento, più profondo, più dolce per dirla con Langer. Continuiamo in ciò che è giusto.

Fabio Pipinato
(Direttore di Unimondo)

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