Balcani: Ong, non 'rinnovabile' il credito alle dighe

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In sede dell'Organizzazione per la cooperarzione e la sicurezza in Europa (Ocse) si sta discutendo da tempo riguardo alla possibilita' di concedere condizioni particolari per i progetti garantiti e sostenuti dalle Agenzie di Credito all'Esportazione (in Italia essenzialmente la SACE) nel campo delle energie rinnovabili. Il problema e' che si vorrebbe includere nell'elenco delle energie rinnovabili anche l'energia idroelettrica proveniente dalle grandi dighe. Queste ultime si sono invece sempre caratterizzate per enormi impatti ambientali e sociali, sia in fase di costruzione sia di realizzazione. Gli impatti ambientali sono legati a diversi fattori, primo tra tutti la distruzione o comunque radicale modifica delle caratteristiche idriche e geologiche di intere regioni. Quelli sociali sono legati ad esempio allo spostamento forzato degli abitanti che vivevano nelle zone dove poi sorge la diga ed il suo bacino.

Per questo molte organizzazioni che da tempo lavorano su campagne sulle Agenzie di Credito all'Esportazione hanno deciso di indirizzare una lettera ai responsabili ambientali di queste agenzie, per esporre le proprie preoccupazioni ed affermare che le grandi dighe non possono in nessun caso essere considerate alla stregua delle energie rinnovabili. Un caso emblematico è quello del fiume Tara che attraversa il Montenegro e sul quale è in previsione la costruzione di una diga causerebbe l'inondamento di un tratto del canyon originato dal fiume, zona che l'Unesco ha dichiarato "Patrimonio mondiale da difendere". Sul Tara opera una multinazionale inglese, che ha prestanomi locali e si appoggia a personalità locali. Ma lo scorso 14 dicembre il parlamento del Montenegro ha approvato la Dichiarazione per la difesa del fiume Tara proposta dalle associazioni ambientaliste e sottoscritta da oltre 10.000 persone. "E' la prima grande vittoria del settore non governativo sul territorio dell'attuale Unione statale" - riconosce il quotidiano belgradese Danas. Le associazioni ambientaliste salutano con favore la decisione, e annunciano una nuova raccolta di firme per la promulgazione di una legge in difesa del fiume. La dichiarazione infatti non ha valore di legge, ma obbliga politicamente il governo a non impegnarsi nella realizzazione della centrale idroelettrica Buk Bijela (Bosnia Erzegovina).

"I dati ci dicono che la Bosnia è uno dei grandi Paesi ricchi di risorse idriche, che quindi diventano appetibili per gli altri che ne hanno bisogno" precisa Emilio Molinari del Contratto Mondiale dell'acqua che informa che il governo italiano ha commissionato all'Università di Bari uno studio sulla possibilità di prelevare l'acqua dall'Albania attraverso una condotta sottomarina per alleviare la siccità del sud del Paese. "In Bosnia Erzegovina si stanno facendo programmi energetici pressoché su tutti i fiumi: sul Tara, sul Vrbas, sulla Neretva, sull'Una ma questi programmi non sono ancora definitivi e tra l'altro risalgono agli anni '80, a quando c'era ancora la Yugoslavia e quando la Bosnia era già produttrice di energia elettrica" conclude Molinari che precisa come la Bosnia, con un indice di disponibilità idrica per abitante pari a 16 supera l'Italia, alla quale corrisponde un indice di 2,6 e la Spagna con un indice di 2,3.

In questi giorni è stato presentato un rapporto sull'efficienenza energetica e rinnovabile nei Balcani da una nutrita coalizione di Ong dell'Europa dell'Est riunita nel 'Stability Pact Watch' e il Network CEE Bankwatch. Mentre la generazione e il consumo di energia nella regione è in considerevole aumento, la percentuale di investimenti per promuovere l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili rimane sorprendentemente bassa. Un ruolo chiave in questo trend sicuramente negativo viene giocato dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), che continua a finanziare progetti per l'estrazione di combustibili fossili e per la produzione di energia nucleare. Opere che spesso sono giustificate più da meri interessi politici che da una reale vantaggio per le popolazioni locali. Il 22 e 23 maggio la BERS terrà il suo meeting annuale, che quest'anno avrà come sede a Belgrado. [AT]

Altre fonti:Export Credit Agencies

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