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Aviaria: Lav, Storace subito divieto alla caccia
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Nonostante le dichiarazioni del Commissario UE all'Ambiente, Stravos Dimas, e del Vicepresidente della Commissione, Franco Frattini, sull'opportunità di chiudere la caccia, il Ministro Storace si è sempre rifiutato di emettere un tale provvedimento indispensabile per la tutela della salute pubblica. Per questo la LAV ha intimato al Ministro di vietare immediatamente ogni forma di attività venatoria contestando i reati di cui agli articoli 328 (Rifiuto di atti d'ufficio) e 500 (Diffusione di una malattia delle piante o degli animali) del Codice penale, secondo il principio per il quale "non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo" stabilito dall'art. 40 del Codice. La LAV ha anche chiesto al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di provvedere in via sostitutiva in caso di inerzia del Ministro.
"E' assurdo che di fronte alla gravità del fenomeno e alla velocità con cui il virus H5N1 si sta diffondendo in Europa, giungendo oramai alle porte dell'Italia con l'ultimo caso in Grecia, il Ministro Storace preferisca non inimicarsi le doppiette piuttosto che occuparsi dell'interesse generale ed evitare rischi sanitari per la collettività - dichiara Ennio Bonfanti, responsabile "fauna" della LAV - Storace aveva assicurato lo stop della caccia appena un Paese confinate col nostro avesse registrato un caso di virus dei polli: ora il Ministro non ha più nessun alibi per non disporre il sacrosanto blocco della caccia visto che per un uccello migratore il confine politico fra Grecia ed Italia è inesistente. Storace ponga subito fine al suo inaccettabile comportamento omissivo che privilegia il passatempo dei cacciatori a rischio della salute pubblica".
Oltre allo stop alla caccia, la LAV chiede al Governo che, in occasione del voto al Senato sulla conversione del decreto-legge per la prevenzione dell'influenza aviaria, si faccia promotore di emendamenti tesi a bloccare l'importazione di selvaggina dall'estero, via o morta a seguito dei 'viaggi venatori' organizzati da apposite agenzie italiane; vietare feste, sagre e mostre di fauna selvatica o domestica; vietare l'immissione di fagiani, quaglie ed altra fauna d'allevamento nelle 'aziende venatorie' e nelle zone cinologiche dove quotidianamente vengono liberati migliaia di animali per poi essere abbattuti.
La LAV ha anche elaborato altri emendamenti, presentati da vari parlamentari, che prevedono ulteriori misure indispensabili per una effettiva lotta contro l'influenza aviaria: il voto di domani è un'importantissima occasione per cambiare davvero le condizioni degli animali negli allevamenti e mettere un freno, concreto, alla ormai puntuale propagazione di virus.
"L'impiego capillare e continuo nel tempo di animali d'allevamento liberati sul territorio per tali fini, disattende evidentemente la raccomandazione dell'Ufficio Veterinario della FAO - prosegue Ennio Bonfanti - di ridurre il più possibile i contatti stretti tra umani, uccelli d'allevamento e uccelli selvatici. La commistione tra fauna d'allevamento introdotta artificialmente nelle aziende venatorie e nelle zone cinologiche e quella migratoria che inevitabilmente si muove liberamente sul territorio nazionale, nel breve tratto può essere la causa di una diffusione dei virus per contiguità; gli stessi cacciatori potrebbero essere soggetti a rischio di contrarre la malattia proprio perché si è visto che i soggetti che hanno contratto l'influenza aviaria sono stati coloro che hanno avuto un contatto stretto con l'animale perché lo hanno eviscerato o spiumato o comunque hanno manipolato le loro carni".