Aumentano in Africa i conflitti tra uomini e animali selvatici

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Nell’affrontare la vastità e la complessità dei danni causati dal cambiamento climatico nel pianeta occorre cominciare a considerare un aspetto finora trascurato ma non per questo meno rilevante: il rapporto sempre più conflittuale tra esseri umani e animali.

Se in Italia comincia a disturbare la sempre più frequente penetrazione in aree urbane della fauna selvatica, immaginiamo cosa significhi per popolazioni che vivono di agricoltura di sussistenza in paesi a basso e medio reddito, un fenomeno come questo. Che interessa migliaia di persone che vivono nei pressi di habitat naturali in Asia, Africa e America Latina.

Lotta per la sopravvivenza

Nell’Africa subsahariana questo conflitto è sempre esistito, ma oggi sta assumendo proporzioni preoccupanti. Le devastanti piogge torrenziali, sempre più frequenti, e i sempre più intensi e prolungati periodi di siccità, spingono la fauna selvatica, e in particolare gli erbivori, a invadere i territori insediati dall’uomo alla ricerca di cibo. 

Si contano a decine le segnalazioni quest’anno di terreni coltivati invasi da elefanti, i mammiferi che più stanno soffrendo la mancanza d’acqua (per sopravvivere necessitano di almeno 130 litri di acqua e 300 chili di vegetazione al giorno, ma l’acqua è anche fondamentale per regolare la temperatura corporea). E sono decine le persone uccise. Per lo più contadini e loro famigliari, anch’essi in lotta per la sopravvivenza in un ambiente divenuto per tutti sempre più ostile.

Erosione degli habitat naturali 

Ma non è solo la fame a spingere gli animali a irrompere nelle zone occupate dall’uomo. Ad accrescere la competizione sono anche gli stessi umani che continuano ad espandere la loro devastante presenza in habitat naturali.

Significativo il caso di Banyo, un distretto commerciale, agricolo e di allevamento di bestiame nel nord del Camerun, che a luglio ha sperimentato un consistente aumento degli attacchi di animali provenienti dal parco nazionale Gashaka-Gumti, oltreconfine, in Nigeria.  

Scontri che hanno provocato la distruzione dei raccolti e l’uccisione di un numero imprecisato di animali, tra cui anche specie protette. A nulla è servito l’intervento del senatore camerunese Mohaman Gabdo Yahya, che è anche capo tradizionale di Banyo, che ha invitato agricoltori e allevatori a smettere di estendere le terre agricole e di allevamento alle aree fertili che si trovano nel territorio intorno al parco e a tornare nelle aree occupate in precedenza. 

Ma l’erosione degli habitat naturali in Africa è soprattutto dovuta all’espandersi delle infrastrutture e della cementificazione e agli interventi massicci di disboscamento, per il legname e per fare posto alle coltivazioni.

E, in alcuni casi, gli animali provano a difendere i loro territori. Le scimmie, in particolare, come accade in Uganda, dove tra febbraio e luglio gli attacchi compiuti dagli scimpanzé contro gli abitanti del villaggio di Bugala, circa 200 chilometri a ovest di Kampala, hanno causato la morte di almeno quattro bambini e dozzine di feriti.

«Gli scimpanzé si sono scatenati dopo che una parte della foresta in cui vivevano da secoli è stata distrutta da un’azienda che sta piantando canna da zucchero. Per lo più attaccano donne e bambini mentre si trovano nei campi», ha raccontato il capo del villaggio all’agenzia Anadolu. Anche la foresta di Busitema nel distretto orientale di Busia, ha riportato attacchi di scimpanzé, primati estremamente territoriali. Lo ha documentato di recente anche un reportage video del giornalista di Channel 4 News Jamal Osman...

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