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Atene: concluso tra luce e ombre il Social Forum
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Si è concluso domenica 7 maggio ad Atene il 4 Forum Sociale Europeo, che nel corso di quattro giorni ha visto incontrarsi e dibattere rappresentanti di associazioni, organizzazioni, sindacati, movimenti e studenti sui grandi temi che interessano l'Europa e il pianeta.
Gli italiani hanno approfittato dell'occasione anche per riflettere sull'Italia del dopo-Berslusconi e sulle prospettive del governo Prodi. I movimenti dell'America Latina sono venuti con le buone notizie della statalizzazione dell'energia in Bolivia e in Venezuela. Gli africani hanno posto con forza la questione acqua. Infine i giovani francesi hanno portato al Forum l'esperienza vincente del movimento studentesco nella battaglia sui diritti dei lavoratori. E proprio le posizioni della sinistra francese sono quelle che hanno generalmente trascinato il movimento nei dibattiti all'interno dei seminari, sollecitando il Forum ad una maggiore radicalità nelle scelte. Pochi i grandi nomi presenti, ad Atene c'era soprattutto la fucina del movimento: quelle persone che rappresentano le retrovie dell'immagine, ma le prime linee del pensiero "newglobal" e "altermondialista".
I 25.000 accreditati hanno avuto una importante occasione per conoscersi e discutere nei 277 seminari organizzati, una babele con centinaia di lingue utilizzate ed altrettanti interpreti volontari impegnati da mattina a sera. Parallelamente decine di mostre fotografiche e istallazioni artistiche, concerti dove suoni rock, regge e latinoamericani si affiancavano a musica e balli tradizionali greci, turchi e mediterranei. Sabato pomeriggio l'evento culminate: una manifestazione pacifica, colorata e multietnica, un'occasione per scoprire di non essere soli, per contarsi e far sentire la voce del Forum ai governi del mondo. Tra slogan e striscioni sono emersi i temi più a cuore al movimento: la pace, con particolare attenzione alla questione Iran, il neoliberismo, il razzismo, la povertà, i diritti dei lavoratori, l'educazione e l'ambiente.
Marginali, nonostante l'attenzione data dai media, alcuni episodi di violenze, provocati da "black block" e altri gruppetti estranei al Social Forum, alcuni dei quali hanno addirittura organizzato in questi giorni una sorta di contro-forum. Tra loro, ben noti alle autorità, i soliti "anarchici" greci - le virgolette sono d'obbligo per una realtà che è molto diversa da quella italiana ed europea e che usa metodi da guerriglia urbana - che hanno recitato anche stavolta il solito copione che si vede in quasi ogni corteo ad Atene: lanci di pietre e di molotov davanti all'Ambasciata Statunitense e davanti al parlamento a Piazza Sintagma, con risposta di lacrimogeni da parte di una polizia greca pressoché inerte nonostante gli 8000 agenti schierati. A pagarne le conseguenze gli 80.000 manifestanti pacifici che hanno subito anche qualche aggressione da parte dei violenti, sofferto per tutto il corteo un'aria resa bruciante e irrespirabile dai lacrimogeni, ma soprattutto che si sono visti rubare l'attenzione dei media da una decina di violenti.
Il protagonista vero della giornata di sabato sono stati invece proprio loro, il popolo del Forum: gruppi giunti da tutta la Grecia, giovani colorati e sorridenti venuti ad Atene, zaino in spalla, da ogni parte d'Europa e del mondo. Al loro fianco ex-sessantottini e generazioni di donne e uomini che già hanno lottato per l'idea che "un altro mondo è possibile" ancor prima che diventasse lo slogan del movimento.
di Tsao Cevoli e Maurizio Montalto
Fonte:La Nuova Ecologia