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Arugam Bay, il paradiso turistico in Sri Lanka segnato dalle tensioni israelo-palestinesi
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La costa vicino a Arugam Bay - Foto: M. Rossi
Arugam Bay, una piccola città costiera nel sud est dello Sri Lanka, è una delle mete più ambite dai surfisti di tutto il mondo. Palmeti, spiagge incontaminate, parchi naturali a due passi e una atmosfera rilassata che aleggia nell’aria, che hanno condotto lì in vacanza centinaia di migliaia di turisti, per di più a costi contenuti rispetto ad altre mete simili.
Ma ultimamente ad Arugam Bay si respirano anche le polveri della guerra combattuta in Medioriente, con tanto di avviso urgente emesso dal Consiglio per la sicurezza nazionale israeliano (NSC) per i propri cittadini lo scorso autunno, e poi reiterato, di lasciare immediatamente la zona e le regioni costiere a sud e a ovest dello Sri Lanka. Il crescente antisemitismo e l’aumento delle segnalazioni di potenziali attacchi terroristici contro ebrei e israeliani, dopo il massacro del 7 ottobre e la reazione militare di Tel Aviv, hanno indotto Israele a emettere avvisi di viaggio per diversi Paesi.
Israele ha identificato problemi nel paradiso tropicale soprattutto per i propri giovani riservisti, i soldati che hanno cioè terminato il servizio militare obbligatorio e che frequentano con assiduità le coste dello Sri Lanka. Molti i turisti e più di un centinaio gli israeliani che si sono stabiliti nella cittadina su una popolazione di neanche 4mila abitanti, con una sinagoga e un centro per lo Shabbat attivi nelle sue vie secondarie; ad Arugam Bay non è infrequente notare scritte e insegne di negozi e ristoranti in yiddish. Nel complesso pluralismo religioso dell’isola asiatica, la costa orientale è però per di più abitata da musulmani, pari a circa il 9% della popolazione srilankese, comprensibilmente attenti alle sorti dei palestinesi nel conflitto in Medioriente e questo rende la numerosa presenza dei turisti israeliani meno benvenuta di alcuni anni fa; in particolare nel momento in cui la società civile, in Sri Lanka come in altre parti del mondo, chiede a Israele di arrestare la guerra e la carneficina della popolazione civile a Gaza. Le manifestazioni pacifiche pro Gaza in strada di susseguono, così come le raccolte fondi a supporto dei palestinesi e talvolta anche gli scontri verbali con gli israeliani presenti sul territorio, rendendo l’atmosfera ben tesa e incrinando rapporti che per anni sono stati più che cordiali, in quanto, chiaramente, l’economia della costa si è interamente piegata al turismo e alla ricchezza apportata dagli stranieri.
In questi ultimi mesi la situazione appare destinata a cambiare dinanzi alle notizie sempre più drammatiche provenienti da Gaza. Le imputazioni per crimini di guerra e crimini contro l’umanità per il Primo ministro israeliano Netanyahu e le attività commerciali illegali gestite da israeliani hanno suscitato rabbia e risentimento tra le comunità locali dello Sri Lanka. Attualmente ci sono più di 50 imprese turistiche israeliane sull'isola, molte delle quali di proprietà di ex o attuali riservisti, che, inviando profitti in Israele, contribuiscono all’economia di guerra del Paese.
Secondo le autorità locali, nel 2022 sono entrati in Sri Lanka 9.000 cittadini israeliani, e l'anno successivo la cifra è aumentata di ulteriori 1.000 unità. Nel 2024, quando la campagna militare israeliana si è trasformata in una guerra di sterminio dei palestinesi, il numero dei turisti israeliani in Sri Lanka è raddoppiato, essendo stimato in circa 20mila persone che hanno deciso di trascorrere un periodo nell’isola dell’Asia meridionale quasi come un modo per “superare” la guerra. Probabilmente alcune restrizioni poste da altri Stati asiatici ai cittadini israeliani ha indotto a un aumento di tale flusso turistico: dal 2018 l’Indonesia ha vietato l’ingresso nel proprio Paese agli israeliani, dal 2024 anche le Maldive. In Sri Lanka alcuni cittadini chiedono azioni analoghe per ragioni etiche, impedendo ad esempio l’accesso per quei soldati che stanno prestando servizio a Gaza.
Dopo la fine della sanguinosa guerra civile nel 2009 (peraltro supportata da armi e conoscenze tecnologiche militari israeliane), il turismo aveva riniziato a fare capolino timidamente in Sri Lanka e ampliandosi sempre più per poi arrestarsi dopo l’attacco terroristico jihadista della Pasqua 2019, la pandemia di Covid-19 e la crisi economica del 2022. Dopo il salvataggio della moneta da parte del Fondo Monetario Internazionale, il turismo sta contribuendo a stabilizzare l’economia. In generale in Sri Lanka si registra una forte crescita del turismo internazionale: a luglio 2025 il numero di turisti stranieri ha registrato un incremento del 6,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, raggiungendo quota 200.244 visitatori. Il dato segue l’aumento del 21,8% registrato a giugno. L’India si conferma il principale mercato di provenienza, con una quota del 18,5% degli arrivi, seguita dal Regno Unito (11,7%), dai Paesi Bassi (7,8%), dalla Cina (6,5%), dalla Francia (5,5%) e dalla Germania (5,3%). Nei primi sette mesi dell’anno, gli arrivi complessivi di turisti internazionali sono cresciuti del 14,2% su base annua e hanno raggiunto 1.368.288 visitatori. Su base mensile, a luglio, l’afflusso turistico ha segnato un balzo del 44,9%.
Miriam Rossi
Miriam Rossi (Viterbo, 1981). Dottoressa di ricerca in Storia delle Relazioni e delle Organizzazioni Internazionali, è esperta di diritti umani, ONU e politica internazionale. Dopo 10 anni nel mondo della ricerca e altrettanti nel settore della cooperazione internazionale (e aver imparato a fare formazione, progettazione e comunicazione), attualmente opera all'interno dell'Università degli studi di Trento per il più ampio trasferimento della conoscenza e del sapere scientifico.






