Armi: comunicato congiunto di Banca Etica e BPM

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A seguito dell'incontro di lunedì scorso, tra i vertici di Banca Etica (B.E.) e Banca Popolare di Milano (BPM), socia di B.E., sulla questione dei servizi forniti lo scorso anno dalla BPM all'esportazione di armi italiane, BPM e B.E. hanno diffuso un comunicato congiunto nel quale la Popolare di Milano specifica che non ha mai finanziato le operazioni, ma è stata "esclusivamente domiciliataria di incassi/pagamenti" e ribadisce il proprio impegno sui temi della responsabilità sociale d'impresa.

La Banca Popolare di Milano intende in questo modo chiarire la propria posizione relativamente alle operazioni assunte lo scorso anno sui servizi forniti per l'esportazione di armi italiane, regolati dalla legge 185/90. Secondo il Presidente Roberto Mazzotta "le esigenze di maggior attenzione, che provengono dal mondo del volontariato e della solidarietà, meritano comunque ogni possibile considerazione". A tal fine, Bpm si impegna "a non partecipare ad operazioni di finanziamento che riguardino esportazione, importazione e transito di armi e sistemi d'arma" e a valutare eventuali operazioni, rientranti tra quelle previste dalla legge 185/90, in modo da assicurare trasparenza e coerenza con i propri principi di "banca non armata". Fabio Salviato, Presidente di Banca Etica, si è dichiarato soddisfatto della presa di posizione di BPM in merito a esportazione, importazione e transito di armi e sistemi di arma previsti dalla legge 185 del 1990.

La questione era stata sollevata con la pubblicazione, a fine marzo, della Relazione governativa 2005 sull'import ed export di armi in Italia. Relazione nella quale comparivano, nella sezione dedicata alle transazioni bancarie relative alle operazioni di esportazione di materiali di armamento 22 commesse per oltre 53 milioni di euro di "importi autorizzati", pari al 4,05% del totale, rilasciati dal Ministero dell'Economia e delle Finanze a Banca Popolare di Milano che hanno suscitato diversi interrogativi da parte degli esponenti della "Campagna di pressione alle banche armate".

Dati che erano stati imbarazzanti anche per Banca Etica, considerato che la Banca popolare di Milano, oltre a essere socio di B.E., partecipa alla compagine sociale di Etica sgr, la società di gestione del risparmio del gruppo Banca Etica che promuove fondi comuni di investimento e altri prodotti finanziari "con un elevato profilo di trasparenza e di responsabilità sociale". Prontamente Banca Etica aveva perciò diffuso un comunicato esprimendo "preoccupazione, cautela ma anche fermezza" per la notizia della comparsa di Banca popolare di Milano nella lista delle cosiddette "banche armate", gli istituti di credito, cioè, che forniscono "servizi d'appoggio" per il commercio di armi italiane, tra cui incassi e pagamenti, e per i quali richiedono "compensi di mediazione".

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