Argentina: “memoria, verità e giustizia” a 35 anni dal golpe militare

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L'Argentina non dimentica, non vuole e non deve dimenticare la data del 24 marzo 1976, quella del golpe militare che diede il via al periodo più duro e difficile della recente storia di questo paese. Il 24 marzo scorso, in occasione del 35° anniversario del golpe militare, le organizzazioni per la difesa dei diritti umani, organizzazioni sociali, studentesche e politiche argentine si sono mobilitate in cortei, incontri, convegni, proprio per non dimenticare.
In coincidenza con questo anniversario, la Procura Generale dello Stato ha comunicato che nel corso del 2011 si avvieranno altri nove nuovi processi nei confronti di persone accusate di aver violato i diritti umani nel corso della dittatura. "Consolidiamo un paese con la memoria, la verità e la giustizia" - è stato uno degli slogan degli organizzatori dei vari eventi de 24 marzo, compreso uno spettacolo nella storica Plaza de Mayo.

Una grande marcia è stata organizzata dalle Abuelas de Plaza de Mayo, dai Familiari dei desaparecidos e detenuti per ragioni politiche, dai Fratelli dei desaparecidos per la verità e la giustizia, dai Figli e dalle Madri di Plaza de Mayo e da un centinaio di altre organizzazioni. Circa 50 mila persone si sono trovate in un concerto alla Casa de la Memoria y la Vida a Morón, a 20 chilometri ad ovest di Buenos Aires. La Casa de la Memoria y la Vida ha compiuto dieci anni ed "è il primo spazio latino-americano dedicato al recupero e l'esercizio della memoria collettiva e che si trova nello stesso luogo dove c'era il centro clandestino di detenzione e torture Mansión Seré" - ha dichiarato Lucas Ghi, il sindaco di questa località argentina.

Diverse le iniziative organizzate durante la giornata nella capitale: la sera, una grande folla ha dato vita a un corteo che si è snodato per quasi venti isolati lungo la Avenida de Mayo fino alla storica piazza che porta lo stesso nome, di fronte alla ‘Casa Rosada’ (presidenza), portando una bandiera argentina lunga 200 metri con le fotografie di migliaia di ‘detenidos’-‘desaparecidos’.

“Questa manifestazione dimostra che la lotta delle Madri di Plaza de Mayo, dei familiari, dei fratelli e di tante altre persone non è stata vana. Lo prova questa dimostrazione di impegno e militanza che vediamo oggi” - ha detto ‘Tati’ Almeida, esponente delle ‘Madres de Plaza de Mayo-Línea Fundadora’. “Quando i militari presero il potere c’erano civili dietro che ne approfittarono economicamente. Non fu solo un regime che venne a torturare, uccidere e far sparire, ma che venne a distruggere i sogni dell’Argentina” - ha ricordato il ministro dell’Economia, Amado Boudou, nella cerimonia organizzata dal governo della presidente Cristina Kirchner al Mercado Central.

Dal ritorno della democrazia, nel 1983, sono stati 200 gli ex-gerarchi condannati per crimini di lesa umanità, inclusi quelli del ‘Processo alle giunte’. Attualmente ce ne sono 820 indagati in tutto il paese, 400 dei quali sono stati rinviati a giudizio, secondo un rapporto della procura generale. Le parole d’ordine, a 35 anni di distanza, restano: ‘Memoria’, ‘Verità’, ‘Giustizia’. Per l’Argentina è stato ‘El Día Nacional de la Memoria por la Verdad y la Justicia, giornata istituita dal Parlamento argentino nel 2002 allo scopo di commemorare le vittime politiche della dittatura militare.

Cristiano Morsolin

(Operatore di reti internazionali per la difesa dei diritti umani. Lavora in America Latina dal 2001, co-fondatore dell’Osservatorio sull’America Latina SELVAS)

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