Aprire ai nuovi Ogm è il colpo basso di cui non avevamo bisogno

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Via libera alle sperimentazioni in campo dei nuovi Ogm tramite un emendamento approvato dal Senato e confermato dal voto di fiducia alla Camera giovedì scorso. Questa non è la strada da percorrere per una reale transizione. E tantomeno per la sostenibilità del sistema agroalimentare. 

Vi spieghiamo il perché

Aprire ai nuovi Ogm nella ricerca in campo aperto, in assenza di alcun confine nei rapporti con le altre colture e utilizzando un emendamento in fase di conversione di un decreto legge appare difficile da mandar giù. Agire in questo modo in contrasto con le norme europee che mettono insieme tutte le trasformazioni genetiche apre a una prospettiva poco rassicurante. Ma è storia di qualche giorno fa nel nostro Parlamento. 

Al di là di ogni commento politico, la verità è che non ne abbiamo bisogno. Lo diciamo da tempo, sosteniamo con forza l’inutilità di tanta tecnologia finalizzata a modificare la genetica, ad alterare la natura, solo per rafforzare un modello centrato sull’uomo e sul suo benessere, economico prima di tutto. E, peraltro, nascondersi dietro una narrativa che giustifica la scelta con l’esigenza di una maggiore sostenibilità per contrastare la crisi climatica è un ulteriore esempio di come non si vuole affrontare davvero il problema mentre lo si cavalca, al contrario, sulla spinta di obiettivi meno nobili, economici prima di tutto. 

È la strada sbagliata, continuiamo sempre con lo stesso errore di pensare che possiamo modificare la natura a nostro piacimento invece di pensare che è proprio la natura a offrirci possibili soluzioni. Ma di fronte a una crisi senza precedenti, come quella climatica, serve intervenire con azioni senza precedenti, senza se e senza ma. Senza chiedersi cosa possa succedere al tanto sbandierato benessere dell’uomo. 

E dunque, vogliamo finirla di mettere pezze ai buchi che abbiamo creato nell’ultimo secolo ipertecnologico? Ibridi commerciali, Ogm, e oggi i tanto sbandierati nuovi Ogm, sono passi diversi di un unico percorso verso la perdita della sovranità sui semi che è stato molto breve e le conseguenze in termini di consumo di suolo, di acqua e di biodiversità sono elementi tangibili da cui non possiamo sfuggire. Per non parlare del dramma dal punto di vista sociale. Creare le nuove varietà in laboratorio per renderle resistenti oggi a un fungo, domani a un insetto, dopodomani a una fisiopatia, diventa un modo per non affrontare a monte il problema che spesso è la causa primaria. Cambiare paradigma non è un’esigenza astratta, significa modificare ogni nostro comportamento adattandolo alla necessità di ridurre l’impatto.

Non esiste tecnologia buona o cattiva

Proviamo a dirlo con parole semplici. Non esiste una tecnologia buona e una cattiva. L’innovazione tecnologica, frutto del progresso, è uno strumento di conoscenza che permette molto spesso di spiegare e comprendere ciò che ci circonda che è sempre stato un obiettivo importante dell’essere umano...

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