Appello a Kabila e 30 missionari rapiti

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Amnesty International ha rivolto un appello urgente al presidente della Repubblica democratica del Congo, Joseph Kabila, chiedendogli di usare i suoi poteri per commutare immediatamente le condanne a morte emesse nei confronti di trenta persone accusate di aver preso parte all'assassinio del presidente Laurent-Desiré Kabila nel gennaio del 2001. "È evidente che gli imputati non hanno avuto un processo regolare - commenta Amnesty - mandarli a morte in queste circostanze costituirebbe una violazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici, che la Repubblica democratica del Congo è obbligata a rispettare". E in Congo è durata due settimane l'odissea di cui è stato protagonista padre Franco Laudani, il missionario comboniano rapito dai ribelli nel nordest della Repubblica democratica del Congo e rilasciato sabato 4 gennaio. Intanto Croce Rossa, ambasciata italiana in Cameroun, console e nunzio apostolico del Ciad, vescovo di Bossangoa sono tutti mobilitati per cercare di liberare i 33 missionari stranieri prigionieri dei ribelli in un villaggio della Repubblica Centrafricana. Gli italiani sarebbero 10 e vengono tenuti prigionieri dai ribelli per essere usati come scudi umani ed evitare che le truppe che appoggiano il presidente centrafricano li bombardino. Per la Repubblica Centrafricana lunedì 6 gennaio è stato raggiunto un primo accordo tra il Coordinamento dei partiti politici di opposizione (Cppo) e il Coordinamento per il dialogo nazionale (Cdn) e si sono trovati d'accordo sull'urgenza di un 'cessate-il-fuoco' tra tutti i belligeranti nello scenario centrafricano e hanno richiesto "l'immediato ritiro delle truppe straniere presenti nel Paese", in riferimento ai gruppi di militari congolesi che erano intervenuti a fianco dell'esercito governativo.
Pubblicato il: 08.01.2003
" Fonte: » Misna, Vita, Amnesty International;
" Approfondimento: » Dossier Grandi Laghi;

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