Angela e il sogno (realizzato) di conoscere il vero Babbo Natale

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«Ma questo non è Babbo Natale. Io voglio andare da quello vero». Se a chiederlo fosse stata una bambina qualunque, i genitori avrebbero potuto inventarsi qualche scusa per evitare un viaggio oltre confine e una spesa non alla portata di tutti. La Lapponia, dove si trova il villaggio «ufficiale» di Babbo Natale, meta turistica ed emozionale, si trova nel Nord della Finlandia. Ma a manifestare il desiderio era Angela, una bimba ammalata. E dirle di no, in questa situazione, sarebbe stato molto difficile. «Quando è nata nostra figlia stava benissimo», ricordano i genitori Tarita ed Edoardo. «Ma dopo qualche settimana sulle gambe hanno iniziato a comparire lividi che invece di sparire continuavano ad aumentare. Così l’abbiamo portata dalla pediatra, che non appena li ha visti ha riconosciuto subito i segni tipici della leucemia». 

Angela, nonostante la malattia, i ricoveri e le cure, è una piccola sognatrice come tutti gli altri bambini e non ha perso l’entusiasmo e la curiosità, appassionata soprattutto alle avventure delle principessa come Elsa, la protagonista di Frozen. La neve è diventata la sua grande passione e il momento più bello della sua vita è stato il primo viaggio a Montecatini Terme (Pistoia) nel villaggio natalizio, dove ha incontrato Babbo Natale. Una volta incrociato lo sguardo dell’omone con la barba bianca vestito di rosso è rimasta immobile a fissarlo. Da allora, ogni anno in occasione dell’Avvento, mamma Tarita e papà Edoardo portano la loro bambina a Montecatini Terme. Finché una volta Angela esclama: «Mamma, incontrare il finto Babbo Natale ogni tanto va bene. Ma io voglio incontrare quello “vero”!». 

E i desideri dei bambini malati sono un lavoro per «Make a Wish», la onlus internazionale che in Italia ha una affiliata a Genova. «Abbiamo saputo dell’associazione parlando in ospedale con altri genitori, che a loro volta avevano conosciuto la onlus e visto realizzare i desideri dei propri figli grazie proprio all’aiuto di Make-A-Wish», spiegano Tarita ed Edoardo. «Così abbiamo deciso di contattarli e abbiamo raccontato l’episodio di Montecatini». I desideri sono approvati sulla base di due criteri: i «candidati» devono avere tra i 3 e i 17 anni e avere una malattia grave. Il desiderio di Angela viene accolto. Una mattina del dicembre 2017 la piccola esce di casa nel paesino della provincia di Lucca dove abita e ad aspettarla ci sono un enorme pupazzo di neve e un simpatico elfo che le annunciano la partenza. Quello stesso giorno riceve regali utili al suo viaggio: stivaletti, scalda orecchie rossi, guanti e la carta da lettera per scrivere la letterina a Babbo Natale. Poi con i suoi genitori prende il treno per Milano, l’aereo da Malpensa, fa scalo a Helsinki e poi vola fino a Rovaniemi in Lapponia. 

L’aria fredda sulle guance, i fiocchi di neve che ricoprono case e strade, lo scampanellio che avvolge il piccolo villaggio e l’inconfondibile risata di Babbo Natale: questa è la magia della Lapponia. Una slitta con le renne la porta direttamente all’ufficio postale dove Babbo Natale è all’opera per la consegna dei regali. La piccola Angela finalmente sulle gambe del suo idolo può esclamare: «Ecco, sei tu il vero Babbo Natale!». Poi, seppur pietrificata dall’emozione, riesce a dargli la letterina e a scattare al suo fianco una foto ricordo. Durante l’incontro Angela, che è molto timida, non si lascia andare: ma appena uscita dalla casa esplode in un pianto di gioia ed emozione. Ma non sapeva che di lì a poco avrebbe incontrato le renne di Babbo Natale e i suoi amici elfi. «Dopo l’esperienza in Lapponia - dicono i genitori - Angela crede fermamente in Babbo Natale ed è convinta di aver incontrato quello vero». 

E forse l’incontro riuscirà a darle foza nella battaglia contro la malattia. «Incontrare il vero Babbo Natale è il desiderio di molti bambini», dice Sune Frontani, co-fondatrice e direttore generale di Make-A-Wish Italia. «E la realizzazione di un desiderio ha il potere di migliorare la qualità della vita di chi è affetto da una grave malattia, perché gli offre l’opportunità di vivere emozioni positive e intense che lo rendono più forte. Ricerche specifiche hanno dimostrato che le emozioni positive generano benefici concreti: l’81 per cento dei genitori afferma che i bambini affrontano meglio le terapie e il 98 per cento delle famiglie torna a sentirsi di nuovo una “famiglia normale”».

Da Corriere.it

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