Amnesty: giustizia per Anna Politkovskaya, stop alle intimidazioni ai giornalisti

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Alla vigilia del secondo anniversario dell'assassinio di Anna Politkovskaya, Amnesty International ha sollecitato il governo russo a porre fine all'impunità nei confronti delle violenze commesse contro i difensori dei diritti umani e i giornalisti indipendenti. I recenti attacchi evidenziano i rischi che queste due categorie corrono nello svolgimento della propria attività. "Sono i difensori dei diritti umani e i giornalisti a portare all'attenzione dell'opinione pubblica il mancato rispetto, da parte del governo russo, degli impegni nazionali e internazionali in materia di giustizia e protezione dei diritti umani. Sono sempre loro, di conseguenza, a essere troppo spesso bersaglio di intimidazioni da parte delle autorità e a subire violazioni dei diritti umani" - denuncia il comunicato di Amnesty International.

In un paese dove la televisione e molti altri mezzi d'informazione sono controllati dallo Stato, c'è sempre meno spazio per il giornalismo indipendente. Chi tenta di farlo viene ostacolato e può andare incontro a intimidazioni e persino incriminazioni giudiziarie. Ad esempio, la redazione dell'emittente radiofonica "Ekho Moskvy" è stata più volte sollecitata a trasmettere alla Procura le registrazioni dei suoi programmi, nel contesto di un'inchiesta secondo la quale la radio avrebbe trasmesso opinioni estremiste. Lo spazio a disposizione per esprimere punti di vista critici è stato gradualmente e progressivamente ristretto negli ultimi anni. "Due anni dopo l'assassinio di Anna Politkovskaya, i difensori dei diritti umani e i giornalisti specialmente nel Caucaso settentrionale, rischiano ancora di essere sequestrati, torturati, attaccati, minacciati di morte o uccisi in circostanze sospette" - prosegue la nota di Amnesty International.

Anna Politkovskaya è stata uccisa il 7 ottobre 2006 nel centro di Mosca. Due anni dopo, tre persone accusate di essere coinvolte nell'omicidio sono agli arresti, mentre l'assassino è ancora in libertà e non è stata aperta alcuna indagine indipendente su chi possa aver ordinato la sua morte. "Anna era una di quelle persone coraggiose che non si stancano mai di schierarsi dalla parte di coloro che subiscono violazioni dei diritti umani. Con ogni probabilità, è stata assassinata per questo motivo" - commenta Amnesty.

Amnesty International sollecita le autorità russe a garantire che sia fatta giustizia a ogni livello sull'assassinio di Anna Politkovskaya e a dire con estrema chiarezza che non ci sarà più impunità nei confronti degli attacchi ai difensori dei diritti umani e ai giornalisti. Anche Reporters senza Frontiere invita la comunità internazionale a rilanciare la richiesta di giustizia per la gionalista assassinata. Nei giorni scorsi l'associazione di giornalisti indipendenti ha tenuto una conferenza stampa a Parigi nella quale il figlio della giornalista assassinata, Ilya Politkovskiy, ha fatto il punto sugli sviluppi dell'indagine e dei recenti eventi nel Caucaso e ha chiesto di non dimenticare la madre. Nel suo intervento, il segretario genarale di Reporters senza Frontiere, Jean-Fran㧀ois Julliard, ha affermato che l'elezione a presidente della Russia di Dmitri Medvedev non ha portato alcun miglioramento per quanto riguarda la libertà di stampa in Russia: "I mass media sono tuttora sotto il controllo del Cremlino e le violenze nei confronti dei giornalisti non sono diminuite".

Amnesty International, che continua a seguire da vicino la vicenda, riporta diversi casi recenti di gravi violazioni dei diritti di libertà di stampa. Il direttore di un sito web indipendente dell'Inguscezia, Magomed Evloev, è rimasto ucciso in circostanze controverse il 31 agosto scorso, mentre si trovava in custodia di polizia. Amnesty chiede che questa vicenda sia indagata con la massima imparzialità, al fine di accertare le circostanze della morte di Evloev e sottoporre a processo i responsabili.

Il 25 luglio scorso, Zurab Tsechoev, dell'organizzazione per i diritti umani Mashr con sede in Inguscezia, è stato rapito dalla sua abitazione da uomini armati, presumibilmente appartenenti alle forze di sicurezza federali. Alcune ore dopo, è stato rinvenuto gravemente ferito sul ciglio di una strada nei pressi di Magas, la capitale dell'Inguscezia, ed è stato ricoverato in ospedale. Amnesty chiede che i responsabili siano identificati e consegnati alla giustizia. Il 1° agosto, sconosciuti hanno chiuso dall'esterno e poi cercato di dare alle fiamme l'appartamento di Dmitrii Kraiukhin, un difensore dei diritti umani della città di Orel. Fortunatamente, Kraiukhin era assente e i suoi parenti, dall'interno dell'abitazione, sono riusciti ad allertare in tempo i pompieri. Secondo quanto risulta ad Amnesty International, le autorità sostengono che il danno subito sia stato troppo lieve per aprire un'indagine, ma non si è trattato dell'unica intimidazione subita da Kraiukhin.

Per onorare questa coraggiosa giornalista l'associazione Annaviva ha deciso di organizzare stasera due presidi: a Roma in Campo dei Fiori sotto la statua di Giordano Bruno e a Milano in Piazza Scala sotto la statua di Leonardo. [GB]

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