Alla ricerca della sostenibilità perduta: il debito ambientale dei paesi sviluppati

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"A dieci anni dalla Conferenza sull'ambiente di Rio è venuto meno un espressione molto forte - sviluppo sostenibile - che lo ritroviamo nelle parole del Ministro Lunardi quando propone il progetto del ponte di Messina" sono le parole di apertura di Tonino Perna.

"A dieci anni dalla Conferenza sull'ambiente di Rio è venuto meno un espressione molto forte - sviluppo sostenibile - che lo ritroviamo nelle parole del Ministro Lunardi quando propone il progetto del ponte di Messina" sono le parole di apertura di Tonino Perna - direttore del Parco dell'Aspromonte che continua denunciando che questi due termini si usano in tutte le espressioni politiche convertendo all'ambientalismo anche le politiche antiambientaliste. "In tutto il mondo i parchi nazionali sono minacciati. In Alaska l'apertura di due pozzi petroliferi va in collisione con i parchi nazionali". Secondo il professore "l'ambientalismo oggi si divide in un filone tecnocratico, che crede nelle innovazioni tecnologiche, e in un filone - soprattutto europeo - che è quello che critica il modello di sviluppo che porta alla crisi ambientale. In Europa si presenta un altro filone dei verdi che cerca di coinvolgere e contaminare le forze produttive per una maggiore sostenibilità ambientale. Quanto è compatibile lo sviluppo e le tecnologie con l'ambiente?". Il ricercatore conlude con una forte denuncia del programma europeo Life che secondo il ricercatore "non ha dato nessuna valutazione sui risultati dopo anni dalla partenza". A seguire, Riccardo Petrella - professore dell'Università di Lovanio Belgio e coordinatore della Campagna Mondiale sull'Acqua - ha presentato il panorama delle nostre società che "sono dominate da tre principi e tre poteri.: il primo principio e che la società è come una transazione economica - il secondo ,sul quale sono state costruite le società degli ultimi 20 anni, è che l'organizzazione più alta è l'impresa e non il sindacato o lo stato - quindi l'impresa è considerata l'istituzione che meglio rappresenta l'interesse collettivo. Il terzo principio consiste nel definire che il valore è dato da ciò che contribuisce a creare capitale finanziario. Il principio della mercificazione è rappresentato dal potere della proprietà intellettuale che brevetta e mercifica tutto, dai semi agli algoritmi matematici, con la conseguente privatizzazione del potere politico che non permette di decidere sull'allocazione delle risorse rispetto ai fattori della comunità. Tutto questo fa che non abbiamo una cultura per il bene comune . Per questo bisogna battersi contro il potere, contro il capitale e contro le imprese. Bene comune significa l'insieme di risorse e di individui che decidono di vivere insieme. Ma non si può vivere insieme se non condividiamo l'essenzialità alla vita". "Sono preoccupata per ciò che succede in Sudamerica e in particolare in Argentina: è un'altra forma di genocidio. Vedo una grande responsabilità degli stati, delle multinazionali, di persone con nomi concreti, ma dobbiamo riflettere anche sulla nostra responsabilità. Anche in Europa è sempre peggio". Con queste parole ha introdotto il suo intervento Lorena Zarate, rappresentante del HIC - Habitat Internacional Coalition. "L'organizzazione per cui lavoro è organizzazione indipendente creata nel 1976 nata a Vancouver e raggruppa 300 organizzazioni e comunità e movimenti sociali, con sedi in diversi continenti. Il nostro obiettivo è il riconoscimento al diritto alla casa". La relatrice di origine argentina ha comunicato che "gli obiettivi strategici è costruire una coalizione mondiale per avere un peso sulle politiche pubbliche mondiali e locali per far pressioni sul Fondo Monetario Internazionale e sulle Nazioni Unite. Uno dei temi nostri è quello della produzione sociale dell'habitat - produzione di spazi urbani autonomi che porta la gente a rafforzare la propria autonomia come essere umano e come organizzazione popolare. Questa matrice, suddivisa in indicatori, è un processo che può dar loro una visione politica. Tra gli indicatori troviamo formazione - salute - genere - equità - urbanizzazione - poltica pubblica - economia popolare". L'intervento di Yves Cabannes - rappresentante delle Nazioni Unite operante a Quito in Ecuador -ha lanciato 3 sfide importanti: maggior democrazia per le città-stato del Sudamerica tipo Messico-Bogotà-SanPaolo che sono diventate i nodi della globalizzazione dove passano i beni con alta potenzialità di sviluppo. Il programma della sua organizzazione opera con i governi locali e punta a un decentramento contro l'impunità di certi presidenti. La terza sfida consiste nelle innovazioni di gestione ambientale, che come ONU stiamo sostenendo in più di 300 comuni su 16.000, che quindi riteniamo ancora pochi. "La maggior parte dei 16.000 comuni dell'America latina non ci sono industrie anzi stanno scomparendo. Oggi non esiste la necessità di nazioni che dominano altre nazioni, ma basta dominare i mercati per poter controllare le città". "Importante è continuare e parlare di come passare a tutte le città con la cooperazione allo sviluppo - passando dai quartieri all'intera città. Bisogna utilizzare quelle esperienze per la costruzione di programmi e progetti per una evoluzione di politiche locali". Il rappresentante dell'ONU ha infine presentato l'agenda Habitat , lo strumento che è stato trasformato in 20 punti divisi in 6 capitoli - casa, sviluppo sociale e sradicamento della povertà, pianificazione risorse ambientali, sviluppo economico, governabilità e cooperazione internazionale.

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