Aiuti: Ong impegnate a sei mesi dallo tsunami

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Sei mesi dopo lo tsunami, ActionAid International presenta la ricerca "Gli interventi di emergenza della cooperazione italiana nelle aree colpite dal maremoto del 26 dicembre 2004 nel sud est asiatico", curata da Ezio Margelli, con prefazione di Gianni Rufini e Marco De Ponte. Lo studio analizza la complessità dell'intervento dell'Italia e vuole far luce sulla competenza degli aiuti, il ruolo delle organizzazioni non governative, il sistema dei controlli, con l'intento di contribuire attivamente a migliorare per il futuro le capacità del nostro paese. ActionAid International comunica che sono oltre 300.000 le persone sostenute nello sforzo di riguadagnare una vita decorosa. "Si tratta di diritti fondamentali - spiega Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia - che lo tsunami ha spazzato via in quel drammatico 26 dicembre: il diritto al cibo, all'istruzione, alla salute. È un disastro che ha prodotto conseguenze drammatiche perché ha colpito un'area con gravi disuguaglianze sociali e livelli di vulnerabilità altissimi, soprattutto per le popolazioni più povere".

ActionAid International rilancia la necessità di un coordinamento delle Ong per la risposta alle emergenze. "Forte delle esperienze in altri Paesi europei e delle osservazioni derivanti da questo lavoro - si legge a conclusione della prefazione - ActionAid International si adopererà nei prossimi mesi per la costituzione di un Comitato Italiano Risposta alle Emergenze che possa raccogliere l'interesse dei media, del sistema bancario, dei gestori di telefonia, delle poste e di quanti ancora in tempi recenti si sono dovuti rivolgere allo Stato per canalizzare la generosità dei cittadini che le Ong non sapevano raccogliere". ActionAid International ha stanziato oltre 44 milioni di euro in tre anni per aiutare le comunità colpite in 5 paesi dove l'organizzazione lavora insieme a 33 partner locali. ActionAid International, inoltre, lavora perché sia garantita a tutte le comunità più povere ed escluse, come i Dalit in India o i Sea Gypsies in Thailandia, e alle persone più vulnerabili come le donne rimaste vedove o sole e i bambini orfani, la possibilità di usufruire in modo reale degli aiuti e ottenere adeguato sostegno nel lungo periodo.

Secondo un'indagine Doxa il 31% degli italiani dichiara di avere donato per lo tsunami, e le prime stime indicano che il 13% sono nuovi donatori. Il periodo natalizio e la mobilitazione per il maremoto hanno così portato al 49% la quota di italiani donatori che, fino ad ottobre 2004, si era invece attestata al 28%, in forte calo rispetto al 39% del novembre 2002 e al 41% del novembre 2003. Una gara di generosità che ha consentito a Caritas Italiana, in seguito alla raccolta nazionale affidatale dalla Cei, di ricevere 13 milioni di euro. L'azione di Caritas Italiana si colloca infatti nel quadro complessivo della rete internazionale Caritas, impegnata in progetti per oltre 200.000.000 di euro, già stanziati per la realizzazione di programmi pluriennali che, a partire da un tempestivo intervento in fase di primissima emergenza (già assistite oltre 1 milione e 600 mila persone in 532 campi profughi), offrono continuità sul medio e lungo periodo nelle attività di riabilitazione e sviluppo delle strutture socio-economiche delle comunità colpite. [AT]

Altre fonti: Action Aid International

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