Africa: tagliare la corruzione per salvare le foreste

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Greenpeace dubita che l'impegno a proteggere le foreste del Bacino del Congo, espresso nei giorni scorsi dai capi di Stato e dal presidente francese Jacques Chirac al Summit delle foreste di Brazzaville, sarà seguito da azioni concrete. "Non c'è più tempo per le chiacchiere. Se vogliamo salvare le ultime grandi foreste del Congo, i Paesi del G8 e l'Unione europea devono passare all'azione e intensificare gli sforzi per promuovere la trasparenza, combattere la corruzione ed arrivare a una gestione sostenibile delle foreste" - afferma la campagna foreste di Greenpeace.

Come riportato dall'agenzia Misna, un trattato sulle foreste dell'Africa centrale - secondo 'polmone verde' del pianeta dopo l'Amazzonia - è stato firmato da sette Paesi del bacino del fiume Congo, riuniti a Brazzaville per un vertice dedicato alla salvaguardia ambientale di questa parte del continente.

L'intesa è stata sottoscritta nel fine settimana al termine di una discussione tra capi di Stato e di governo su come preservare oltre duecento milioni di ettari di foresta pluviale, habitat naturale di metà delle specie animali dell'intera Africa e dei gorilla, oltre che fonti di sostentamento per almeno 20 milioni di persone in dieci Paesi della regione. Le foreste del bacino del Congo si estendono per oltre 200 milioni di ettari e rappresentano il 30% dei boschi africani; si calcola che in totale i Paesi dell'area producano ogni anno 13 milioni di metri cubi di legname, 870.000 metri cubi di truciolato, segatura e legno per costruzioni e 71 milioni di combustibile ligneo.

"Il taglio illegale nel Bacino del Congo è ampiamente diffuso e spesso avviene nella più totale impunità" - sostiene Greenpeace. Oltre metà della produzione di legname africano è destinata al mercato europeo e l'Italia è il secondo importatore mondiale di legno dal Bacino del Congo, un commercio che avviene senza alcuna garanzia di legalità o sostenibilità. A ottobre 2003, i governi africani e la comunità internazionale si sono impegnati a lavorare insieme per affrontare questo problema ma sono mancati passi concreti. Greenpeace ha parteciparo al summit delle foreste di Brazzaville (Congo) nell'ambito della sua campagna globale per fermare il taglio illegale delle foreste. "L'Italia deve assumersi le proprie responsabilità e smettere di alimentare la distruzione delle foreste in Africa. Malgrado gli impegni assunti, le nostre aziende, consapevolmente o inconsapevolmente, continuano a impiegare legname di origine illegale. Le soluzioni volontarie non bastano più: serve una nuova legislazione europea, vincolante, in grado di dare alle dogane il potere di fermare il legno illegale" - nota Greenpeace. "Bisogna anche pensare a forme di sviluppo ecosostenibile in alternativa allo sfruttamento industriale delle foreste in Congo: il taglio illegale non ha aiutato a ridurre la povertà nella regione, anzi ha semplicemente fatto diminuire le risorse forestali dalle quali dipendono milioni di persone" - conclude l'associazione ambienatlista.

L'entrata in vigore del trattato - nota la Misna - permetterà comunque azioni congiunte per bloccare i bracconieri, che si muovono tra le frontiere in aree remote nel mezzo della foresta, stanziamento di maggiori fondi per la conservazione del patrimonio boschivo, armonizzazione delle leggi esistenti sul taglio del legname. L'accordo approvato a Brazzaville deriva da un primo documento adottato nel 1999 a Yaoundé, in Camerun, in occasione di un primo vertice sulle Foreste del Bacino Congo. È stato firmato da Congo, Gabon, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica democratica del Congo, Guinea Equatoriale e Camerun. Tra i Paesi più industrializzati del mondo (che compongono il cosiddetto G7), vi ha preso parte solo il presidente francese Jacques Chirac. Parigi, prendendo il posto degli Stati Uniti, ricoprirà per i prossimi due anni la direzione del 'Partenariato per le foreste del bacino del Congo' che riunisce i Paesi della regione, 'donors' internazionali, associazioni ecologiste e imprese dedite al commercio del legname. [GB]

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