Afghanistan: le vedove in piazza per la cooperante rapita

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Un gruppo di criminali comuni ha rivendicato il rapimento a Kabul della cooperante italiana Clementina Cantoni chiedendo alle autorità afghane la liberazione dei suoi due capi e di altri loro uomini come contropartita per la liberazione della volontaria. Il governo afghano non sembra però orientato ad accettare lo scambio, ma il ministro degli esteri, Gianfranco Fini assicura che per la liberazione della cooperante "il governo italiano d'intesa con quello afghano sta facendo di tutto per garantire che Clementina sia liberata quanto prima".

I rapitori fanno parte del gruppo di uno dei capobanda più pericolosi della malavita afghana, Tela Mohammed, arrestato recentemente dalla polizia afghana: i banditi hanno chiesto la liberazione di Mohammed e di un altro capo del gruppo, Omara Khan come controparte per il rilascio della Cantoni. "Il gruppo ci ha proposto di rilasciarla in cambio della liberazione dei suoi capi Tela Mohammed e Omara Khan e altri loro complici" - ha detto un dirigente della polizia di Kabul, Abdul Jamil. Il governo afghano tuttavia non sembra orientato ad accettare lo scambio. Una fonte governativa conferma e precisa: "I rapitori non hanno chiesto soldi, nessuno riscatto, ma il rilascio di tre criminali, tre importanti leader di bande locali che si trovano in custodia del governo afgano...". Ma, ha proseguito la fonte, "E' molto improbabile, anzi escluso, che il nostro governo scenda a patti con questi banditi, rappresentano una minaccia alla sicurezza e la stabilità del Paese". Jawed Ludin, portavoce del presidente afgano Hamid Karzai, ha detto a sua volta che il presidente è stato molto "colpito" e segue con "inquietudine" la situazione dopo "il rapimento di Clementina Catoni".

Con una breve nota pubblicata sul suo sito internet, l'organizzazione umanitaria Care International ha chiesto la liberazione immediata della sua operatrice, Clementina Cantoni, rapita ieri sera a Kabul. Nel comunicato Care precisa la "profonda preoccupazione" dell'organizzazione per la sorte della Cantoni, attualmente impegnata in diverse attività con le "comunità afghane su progetti che riguardano l'educazione, la sanità, l'acqua, le risorse naturali, e diverse iniziative di microsviluppo economico". Intanto, un gruppo di duecento vedove afghane ha manifestato a Kabul per chiedere il rilascio di Clementina. La cooperante italiana stava dedicando alle vedove la maggior parte della sua attività umanitaria in Afghanistan, dove è responsabile dal settembre 2003 di un programma di distribuzione di generi alimentari e di sviluppo di microprogetti commerciali di cui beneficiano undicimila donne con i rispettivi figli.

Nel condannare il sequestro di Clementina Cantoni, la sezione italiana di Amnesty International ha chiesto al governo afghano un'indagine esauriente, indipendente e tempestiva sull'uccisione di quattro donne nel nord del paese. "Le autorità devono dimostrare che hanno davvero intenzione di porre fine alla cultura della violenza" - afferma il comunicato di Amnesty che ricorda come "il sequestro della Cantoni si inserisce in un quadro di preoccupante aumento della violenza nei confronti delle donne in Afghanistan". [GB]

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