Afghanistan: cresce nel nord il traffico di droga e armi

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L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) osserva "con preoccupazione" la continua crescita del traffico di eroina con armi nel nord dell'Afghanistan. "La provincia di Badakhshan si sta trasformando in un vero e proprio mercato di droga e armi, apparentemente ben tollerato dalle autorità locali" - riporta un comunicato di APM. La diminuzione della produzione di droga nel corso del 2007 nella provincia di Badakhshan, definita dal ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier "una piccola vittoria" per l'area, nella cui capitale Faisabad la Germania è presente con programmi di ricostruzione, non deve ingannare circa il fatto che al contempo è drasticamente aumentato il contrabbando di armi e droghe.

Secondo le autorità del Tagikistan nei primi tre mesi del 2008 vi sarebbe stato un aumento del contrabbando di armi e droghe del 40%. Lo smercio avviene in particolare lungo il fiume Panj che divide la provincia afghana di Badakhshan con il Tagikistan e dove l'eroina viene scambiata con armi russe, il tutto sotto gli occhi della polizia di frontiera afghana e tagika. Gran parte della droga è destinata alle piazze europee.

Secondo i dati e le interviste raccolte dal giornalista afghano Sayed Yacub Ibrahimi, impiegato in Afghanistan dal Institute for War & Peace Reporting (IWPR) le armi vanno a rimpinguare sia gli arsenali dei Talebani nel Sud del paese sia quelli di altri gruppi terroristici. Il commercio riguarda in particolare i mitra AK-74, che solitamente vengono prima smontati e le singole componenti poi trasportate in Afghanistan dove vengono poi venduti o scambiati con droghe ai Talebani di Helmand e Kandahar. Una parte delle armi viene contrabbandata in Pakistan e venduta a diversi gruppi terroristici sul mercato Landi Kotal sul passo Khyber che collega l'Afghanistan al Pakistan.

Il giornalista Sayed Yacub Ibrahimi attualmente è ospite dell'APM in Germania, che in questo modo tenta di tutelare il giornalista che nel suo paese ha ricevuto ripetute minacce, sia dai Signori della Guerra sia da ambiti delle forze di sicurezza. In gennaio 2008 suo fratello Sayed Parvez Kaambakhsh, anch'egli giornalista, è stato condannato a morte per reati di opinione.

"L'Afghanistan non ha mai avuto tanto oppio come da quando esistono gli eserciti occidentali o da quando sono arrivati i 'nostri'. Lo spaccio muove il mondo, muove le economie, e muove tantissimi interessi e le strategie messe in atto finora a livello internazionale si sono rivelate fallimentari" - ha dichiarato alcune settimane fa Massimo Barra, presidente della Croce Rossa Italiana in occasione ' Giornata internazionale contro l'abuso e il traffico illecito di sostanze stupefacenti'. Una denuncia confermata indirettamente anche dai dati del Rapporto presentato dall'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc) dal quale emerge che l'Afghanistan è il maggior produttore mondiale di stupefacenti attraverso la coltivazione di papaveri d'oppio. "Una coltivazione che vale un miliardo di dollari l'anno e 100 milioni finiscono nelle tasche dei ribelli talebani" - aveva commentato Antonio Maria Costa, responsabile dell'Unodc.

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