Acqua: reportage di Legambiente sul Po devastato

Stampa

Al secondo giorno di navigazione "l'Operazione Po " di Legambiente, dopo la partenza dal Ponte della Becca, alla foce del Ticino e la fermata di Cremona, è arrivata a Torricella di Sissa (PR) sulla sponda emiliana accolta dai dirigenti parmensi dell'Associazione e da autorità locali. Fin qui il fiume si è rivelato un ristretto budello assediato da colture industriali di pioppi, da qui in avanti inizia quello che può definire la "ciambella di salvataggio" del grande fiume con le sue ampie golene che hanno sempre consentito al "grande fiume" un po' di tregua. A Torricella di Sissa, uno dei punti nevralgici del Po, ricordato in più di un romanzo (da Bacchelli a Guareschi e poi ai giorni nostri), il Comitato Regionale lombardo di Legambiente ha passato il testimone agli esponenti dell'Associazione dell'Emilia Romagna (a bordo Massimo Becchi e Stella Ferrari del Circolo di Reggio Emilia e Giovanni Fiore del Circolo di Pavia, dal quale è partita l'iniziativa).

E' l'occasione per un primo bilancio: "Questa iniziativa - ricorda a tutti Roberto Della Seta, Presidente Nazionale di Legambiente - ha il merito di confermare la gravita di una situazione che la nostra associazione denuncia da tempo. Il principale bacino idrico italiano (sia l'asta pricipale che gli oltre 30 affluenti) - aggiunge Della Seta - continua ad essere ad alto rischio, causa l'impermeabilizzazione del territorio con costruzioni, interventi e pratiche agricole che hanno aumentato il rischio di frane e diminuito la capacità del suolo di trattenere le acque e rallentarne la corsa verso i fiumi; il restringimento degli alvei fluviali con canalizzazione dei alvei di magra, la riduzione delle divagazioni e sinuosità, le escavazioni (spesso abusive) di sabbia e ghiaia; l'abbassamento dell'alveo di magra (in alcuni punti il letto del fiume si è abbassato fino a 5 metri con un aumento della velocità della corrente e un aumento delle capacità erosive)."

Un esempio eclatante di quanto si potrebbe fare è dato proprio dalla situazione dell'area golenale tra Piacenza e Guastalla, che già due volte ha salvato la pianura da disastrose inondazioni consentendo una limitazione della velocità di corrivazione della corrente, invasando e contenendo la furia delle acque. Ma il fiume negli ultimi 50 anni ha subito una profonda trasformazione: i rilevamenti di Legambiente testimoniano che i terreni golenali di proprietà demaniale, sono stati venduti ai privati nella misura dell'80% del totale, con conseguente elevazione di arginature a protezione di pioppeti e strutture; la artificializzazione dell'alveo di magra ha portato ad un notevole aumento della velocità di corrente con conseguente riduzione dei tempi di corrivazione, aumento dei fenomeni erosivi e abbandono delle golene ai privati con seri problemi nelle occasioni di piena. La causa e' da attribuire agli interventi di artificializzazione delle arginature dell'alveo di magra, che hanno causato la chiusura di mortizze, lanche e rami abbandonati. La portata dell'alveo di magra è praticamente più che raddoppiata in tutta l'asta del fiume dal Ponte della Becca a Pontelagoscuro. Infatti al ponte della Becca nel 1954 l'area di deflusso era di 350 mq. che al 1991 erano saliti a 900; alla sezione 34 (Casalmaggiore) nel 1954 l'area di deflusso era di 350 mq. saliti a 630 nel 1991, Nella sezione 70 (Pontelagoscuro) dai 1150 mq. del 1954 l'area di deflusso dell'alveo di magra è salita a 2.200; la sezione di deflusso del fiume in caso di piena misurata a Casalmaggiore e' diminuita di circa il 25% rispetto al 1951 e del 10 % rispetto al 1990. Quasi la meta' dei comuni del bacino del Po (il 49,8%) sono a rischio idrogeologico elevato o molto elevato, mentre solo il 10,8% appartiene alla classe di rischio moderato.

Questa fotografia del rischio rivela come ''parole al vento", tutte le promesse fatte dopo l' alluvione '94'' e la grande piena del 2000. I Comuni interessati dalla classificazione del rischio sono 3.175, distribuiti tra Valle d' Aosta (74), Piemonte (1.209), Liguria (48), Lombardia (1.541), Emilia Romagna (216), Veneto (28), Trentino (59). "Secondo noi - ha dichiarato Massimo Becchi, coordinatore di questa iniziativa - una volta individuate e delimitate le aree a rischio, vanno poi attuate le norme di salvaguardia ed i vincoli che devono impedire la costruzione di case, capannoni o campeggi in quelle aree, incentivando inoltre la delocalizzazione. E' stato ampiamente documentato - ha aggiunto Becchi - che la vulnerabilita' del bacino del Po dipende quasi esclusivamente da cause antropiche, dall'uso e gestione del territorio e dalle acque che lo percorrono. Bisogna quindi restituire al fiume il territorio con le sue fasce di pertinenza fluviale; perseguire concretamente quelli che rubano le risorse naturali del fiume; vietare l'escavazione in alveo e nelle aree golenali; incentivare il coltivatore a diventare il vero 'difensore del suolo. Per questo - ha concluso Becchi - abbiamo chiesto ai Presidenti Bresso, Errani, Formigoni e Galan di convocare la Terza Conferenza del Po, già richiesta da tutte le 13 province rivierasche". L'Operazione Po", nella sua discesa verso il mare, sarà domani 5 settembre, a Ostiglia alle 9.30 e poi alle 11,30 a S. Maria Maddalena con gli esponenti di Rovigo e Ferrara dell'Associazione. E' annunciata anche la presenza di esponenti istituzionali delle regioni rivierasche.

Ultime notizie

Fumetti per la Pace, ecco il concorso Peace is Pop!

21 Settembre 2025
Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo, insieme al Piccolo Museo del Giocattolo, lanciano il contest "Peace is Pop! Fumetti per la Pace".

Mio fratello Ibrahim

20 Settembre 2025
Un pellegrinaggio sui campi da rugby italiani, con lo scopo di condividere e raccontare le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini) 

Il Punto - Si muore nel silenzio

19 Settembre 2025
I palestinesi sono soli, entriamo nel giorno 1.303 dall’invasione russa in Ucraina, e altrove, si muore nel silenzio dei media. (Raffaele Crocco)

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad