Acqua, in Toscana richiesta di rubinetto e pubblica

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''Il ministero delle Attivita' Produttive ha finalmente fatto chiarezza sulla vicenda delle acque minerali con una circolare esplicativa. Il provvedimento non riguarda le acque destinate alla vendita e le acque potabili trattate. '. Lo afferma la Confersercenti a commento del decreto ministeriale Marzano del 24 marzo 2005 sulle acque minerali e di sorgente destinate alla somministrazione in vigore dal prossimo 19 luglio, specificando che tale provvedimento si limita a stabilire le gamme dei volumi nominali consentiti per la somministrazione. Un buona notizia dopo che il decreto era stato criticato dal Comitato italiano per il contratto mondiale sull'acqua in quanto definiva che non era più possibile richiedere un bicchiere di acqua minerale al bar ma solo una "bottiglia monodose sigillata". Il Comitato per l'acqua aveva quindi proposto una campagna di obiezione agli enti locali e alle associazioni tra le quali da segnalare l'adesione del Cipsi - coordinamento di 36 associazioni di cooperazione internazionale.

E il confronto tra acque minerali e acque di rubinetto è stato fatto nel festival "Castelli di Pace" che si tiene nella Lunigiana in provincia di Massa-Carrara. Centinaia di persone si sono trasformate in degustatori "al buio" di acqua, nel pomeriggio di giovedì e le schede compilate sono state raccolte e analizzate, così la giornata tematica sull'acqua aprirà con l'incontro tra l'assessore regionale Narciso Buffoni e il Presidente Nazionale di Legambiente Francesco Ferrante, che si confronteranno con il Comitato Contratto Mondiale sull⹀acqua sul tema della ripubblicizzazione.

Durante il pomeriggio sono state raccolte le firme per la Legge d'iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua Toscana partita lo scorso 25 febbraio a cura del comitato promotore "Ripubblicizziamo l'acqua".

I Comitati della Toscana hanno promosso un appello rivolto ai 49 Sindaci e gruppi consiliari dei Comuni serviti da Publiacqua S.p.A chiedendo una moratoria sull'aggiudicazione definitiva a privati del 40% del pacchetto azionario della società che gestisce l'acqua. L'appello è rivolto anche ai segretari dell'Unione di Arezzo,Firenze, Pistoia, Prato in quanto questa scelta viene considerata come un atto politico tanto consapevole quanto incomprensibile, che esprimerebbe una grave noncuranza e un preoccupante disprezzo verso l'iniziativa di Legge popolare in corso e dunque nei confronti di uno degli istituti fondamentali della Democrazia. Secondo Ornella De Zordo - la capogruppo della lista "Unaltracitta/unaltromondo" di Firenze - "le proposte della giunta al consiglio sugli indirizzi programmatici delle società partecipate sembrano non tener conto del dibattito degli ultimi anni che si è svolto a livello mondiale sul ruolo delle 'public utilities' e non cosiderare le alternative di una gestione pubblica partecipata".

A Napoli con la sospensione della gara di appalto per l'affidamento della gestione ai privati dei servizi idrici dell'Ambito Territoriale Ottimale (Ato) di Napoli e Caserta viene segnato un utile risultato per la campagna dell'acqua come bene comune. Ma per Salvatore Carnevale della Rete di Lilliput di Napoli, in questo momento "più che il tavolo tecnico istituito nell'ultima assemblea A.T.O. è molto più importante far emergere l'accordo politico sull'acqua realizzato dal centro sinistra e discuterlo con tutte le forze sane che sono scese in campo". La sospensione ottenuta della gara di appalto sembrava una sconfessione della politica sin qui seguita e invece no. Poiché nella stessa seduta il consiglio di amministrazione ha approvato il bilancio, in tal modo riconfermando la delibera del 23 novembre 2004 che introduceva la privatizzazione.

In sostanza, il titolo secondo del bilancio di previsione stanzia 300 mila euro da conferire alla costituenda società mista che gestirà l'Ato, società che, dal secondo anno di esercizio in poi, sarà sottratta al controllo pubblico. "Quello a cui stiamo assistendo è un ridicolo gioco delle parti" - prosegue Carnevale - "la proroga serve solo a gettare fumo negli occhi. Nessun comune si riunirà tra agosto e settembre, in piena pausa estiva, per studiare la gestione in house. Molti sindaci, poi, non vogliono portare la questione in consiglio a causa degli ingenti debiti pregressi, altri sono apertamente a favore della privatizzazione poiché credono che sia un affare". [AT]

Altre fonti: Contratto Mondiale sull'Acqua, Il Manifesto

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