Acqua: Puglia e Napoli privatizzazione bloccata

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Sarà Riccardo Petrella, docente universitario nell'ateneo di Lovanio, in Belgio, il nuovo presidente dell'Acquedotto pugliese. La sua nomina è stata ufficializzata dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Petrella, che è anche presidente italiano del Contratto Mondiale sull'acqua, impegnato da anni per difendere il bene acqua dalla privatizzazione, sarà nominato entro il prossimo 10 luglio e succederà all'amministratore unico Francesco Divella. Vendola scongiura così la privatizzazione dell'Acquedotto pugliese: "il mio Acquedotto pugliese nasce con la bandiera della ripubblicizzazione", ha detto. "In questo momento - ha aggiunto Vendola - sull' argomento non c'è da fare nessuna guerra di religione: è cambiata la stagione politica generale, non solo in Italia ma anche nel mondo. E' finita l'ubriacatura ideologica per le privatizzazioni; ci sono cose che è giusto privatizzare, ci sono cose che alludono a diritti fondamentali delle persone che noi non consideriamo giusto privatizzare. L'acqua e l'Acquedotto pugliese sono un bene comune. Parlo del progetto politico della ripublicizzazione, perchè la missione dell'amministratore delegato era quella di privatizzarlo, secondo quello che era stata la missione affidata, sì anche secondo la legge".

La privatizzazione era considerata la fase conclusiva del processo di "societarizzazione", avvenuto nel 1999, che ha trasformato l'Ente Autonomo Acquedotto Pugliese in una Società per Azioni. Per l'OsservatorioSud questa fase non è "semplicemente" un cambiamento tecnico ma una violazione di un diritto vitale che viene negato a chi non ha soldi per permetterselo. "Bollette non pagate, l'Aqp taglia l'acqua", così titolava la Gazzetta del Mezzogiorno in un suo articolo del 1 giugno scorso dove si dava conto dell'interruzione dell'erogazione del servizio in numerose abitazioni dell'Istituto autonomo case popolari (IACP) per "punire i morosi". Questo avveniva nonostante le proposte già avanzate di rateizzare i pagamenti arretrati o di saldare il pregresso. Ecco perché l'OsservatorioSud aveva proposto il Comune di Bari, la Provincia e la Regione, sull'esempio nazionale, a costituire un "Tavolo di discussione e di confronto con la società civile e l'associazionismo sul tema dell'acqua come bene comune e diritto umano" in modo da consentire una "socializzazione" ed una riflessione sui processi di privatizzazione per non doverne subire le conseguenze.

Anche da Napoli arriva la buona notizia della sospensione della gara di appalto per l'affidamento della gestione ai privati dei servizi idrici dell'Ambito Territoriale Ottimale (Ato) di Napoli e Caserta. Dopo la forte pressione arrivata dalle organizzazioni partenopee costituitesi in un 'Comitato Civico in Difesa dell'acqua' si è ottenuta una presa di posizione da parte del Sindaco di Napoli Iervolino e del Presidente della Provincia di Caserta De Franciscis (Udeur) che con una lettera aperta al Cda del Ato 2 hanno chiesto all'assemblea di sospendere la gara d'appalto e ritornare sui propri passi e valutare la possibilita' della gestione "in house" ovvero completamente pubblica. Inoltre 30 sindaci tra la provincia di Napoli e Caserta hanno chiesto la sospensione della gara e l'istituzione di una commissione che valuti la gestione "in house" dell'acqua nel bacino Ato2. L'Ato2 ha sospeso la gara d'appalto che prevedeva l'apertura delle buste per il 30 giugno, ed ha deciso di istituire una commissione tecnica con la partecipazione di un tecnico nominato dai comitati civici per la difesa dell'acqua che studi la fattibilità della gestione "in house" e che dovra' terminare i lavori entro il 15 settembre.

La mobilitazione che dura da vari mesi ha portato a rivedere la scelta di privatizzare l'acqua. Un movimento trasversale che raccoglie l'adesione delle realtà legate alla Rete di Lilliput ma anche del movimento dei disoccupati legati alla Rete del Globalproject. [AT]

Altre fonti: OsservatorioSud, Global Project, Contratto Mondiale sull'Acqua

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