Acli: apprezzamento per la proposta di legge sul diritto di voto ai cittadini stranieri

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Le Acli (Associazioni cristiane dei lavoratori cristiani) esprimono "apprezzamento" per la proposta di legge sul diritto di voto ai cittadini stranieri presentata ieri alla Camera dei deputati da uno schieramento trasversale formato da parlamentari del Partito democratico, del Popolo delle Libertà, dell'Italia dei Valori e dell'Unione di Centro. La proposta di legge (il testo in .doc) prevede il diritto di voto alle elezioni comunali e circoscrizionali per gli extracomunitari residenti in Italia da almeno cinque anni.

"Da tempo - afferma il presidente delle Acli Andrea Olivero - chiediamo al Parlamento che questo diritto sia concesso agli immigrati stabilmente residenti, anche a prescindere dal riconoscimento della cittadinanza italiana, il cui iter pure deve essere accelerato secondo quanto già prevedono altre proposte di legge depositate alla Camera. Concedere il voto alle elezioni amministrative è una misura dovuta per chi stabilmente già partecipa alla vita della collettività e vi conferisce risorse vitali con il suo lavoro e la sua cultura". "Purtroppo - aggiunge Olivero - dobbiamo registrare nuovamente da parte di alcune forze politiche un atteggiamento di opposizione pregiudiziale ad ogni misura elementare di integrazione nei confronti degli immigrati, con effetti di ricaduta pericolosi sul clima culturale e civile del Paese".

Il riferimento di Olivero non riguarda solo il giudizio nettamente contrario espresso dal leader della Lega, Umberto Bossi, ma si estende ai fatti riportati dalla stampa riguardanti il Comune di Coccaglio, nel bresciano, dove l'amministrazione avrebbe avviato un'operazione di verifica delle residenze dei soli cittadini extracomunitari denominandola 'White Christmas'. 'Da noi non c'è criminalità - avrebbe detto il sindaco - vogliamo solo iniziare a fare pulizia', per giunta in nome dell''identità cristiana'. "Se quanto riportato dalla stampa corrisponde a verità - conclude il presidente delle Acli - ci troviamo di fronte a un fatto gravissimo, che potrebbe configurarsi come istigazione all'odio razziale. Non è certo in discussione la legittimità delle verifiche sugli stati di residenza, ma l'iniziativa diventa discriminatoria se il controllo lo faccio a priori solo sui cittadini stranieri. Ma è soprattutto il riferimento al 'Bianco Natale' a suonare come demenziale oltre che blasfemo e inquietante. Non possiamo restare indifferenti rispetto a questo imbarbarimento culturale oltre che politico del nostro Paese".

La proposta di legge illustrata ieri dai promotori durante una conferenza stampa a Montecitorio, permette ad extracomunitari e apolidi di andare alle urne per elezioni comunali e circoscrizionali se sono regolarmente in Italia da più di cinque anni. Possono inoltre candidarsi come consiglieri ed essere nominati nella giunta, con esclusione della carica di sindaco e vicesindaco. Verrebbe introdotto un meccanismo simile a quello già in vigore per il voto dei cittadini comunitari. Gli immigrati interessati a votare dovrebbero infatti chiedere di essere iscritti in una lista elettorale aggiunta nel comune di residenza e, se intendono candidarsi, dimostrare che non hanno perso il diritto di eleggibilità per uno dei motivi previsti dalla legge italiana.

La proposta prevede infine una copertura di diritto internazionale. Secondo il testo presentato alla Camera, l’Italia dovrebbe infatti ratificare e dare piena esecuzione al capitolo C della Convenzione di Strasburgo del 1992 sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale, che prevede, appunto, il diritto di voto per chi risiede regolarmente in un Paese europeo da almeno cinque anni. [GB]

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