A chi giova una nuova guerra all'Iraq?

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Presentata nella terza conferenza WSA a Civitas la Campagna "Io non taglio la corda", per prevenire la guerra annunciata all'Iraq

Sono concordi il giornalista Giulietto Chiesa, il missionario Alex Zanotelli, lo studioso di pace e trasformazione dei conflitti Jan Oberg: la decisione di lanciare una nuova campagna militare contro l'Iraq è già stata presa ed è sufficiente prestare attenzione alle notizi filtrate dai media per accorgersene: con ogni probabilità si sta preparando una guerra da lanciare a inizio del 2003 per consentire agli USA (e ai suoi alleati occidentali?) il controllo del petrolio iracheno.
L'organizzazione "Un ponte per" ha lanciato il suo appello alla società civile italiana ed ai parlamentari che saranno chiamati a prendere poisizione in merito a fine maggio perchè l'Italia si adoperi attivamente per prevenire il conflitto. Il sito di Un ponte per mette a disposizione settimanalmente un'osservatorio sui media, volantini ed idee per eventi pubblici (fra cui la campagna i disobbedienza all'embargo di importazione e vendita dei datteri), una mostra, un video.
"Penso non ci possa essere alcuna buona ragione per bombardare un paese" ha affermato Jan Oberg, direttore della Trasnational Foundation "Non ci sono in generale e sono pretestuose oggi nei confronti dell'Iraq. Se l'obiettivo degli USA è la politica di Saddam i bombardamenti potrebbero solo avere l'effetto di rafforzare l'attuale regime come abbiamo imparato in passato da questa e da altre esperienze simili. Vorrei proporre invece una soluzione semplice al problema del riarmo nucleare: sono i paesi che posseggono bombe nucleari che dovrebbero prendere l'iniziativa di smantellarle e distruggerle invece di spendere il loro tempo cercando di controllare che altri non ne costruiscano. E' difficile poter affermare che ci sia da parte dell'Iraq la volontà di dotarsi di armamenti nucleari, mentre è certo che un attacco all'Iraq non potrà che provocare nuove animosità nella regione. La maggior parte dei messaggi di posta elettronica che riceviamo in questi mesi dai cittadini statunitensi dicono: sappiate che non sosteniamo le decisioni di Bush. L'unica strada è l'abolizione delle armi nucleari e la loro ditruzione, cos' come siamo riusciti ad eliminare o a dichiarare inaccettabili nella maggior parte dei paesi la pena di morte, il cannibalismo, il lavoro minorile ed altre piaghe che hanno afflitto e continuano ad affliggere l'umanità".

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