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8 marzo: basta violenze sulle donne
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"La violenza contro donne e bambine è una delle forme di disuguaglianza più estreme" - ha ricordato il Direttore esecutivo dell'UNICEF, Ann Veneman in occasione della 51⪀ Sessione della Commissione ONU sulla condizione delle donne. "Nonostante i progressi conseguiti, continuiamo a vivere in un mondo dove milioni di bambine restano escluse dalla scuola, coinvolte in forme di sfruttamento del loro lavoro, vittime del traffico di minori, vulnerabili all'HIV/AIDS ed esposte a violenze sessuali" ha sottolineato Ann Veneman, intervenendo alla riunione ONU che si conclude l'8 marzo, Giornata internazionale delle donne. Sottolineando il legame intrinseco tra la discriminazione contro donne e bambine e la violenza, il Direttore dell'UNICEF ha posto l'attenzione su fenomeni quali le violenze sessuali commesse durante i conflitti armati, il traffico di esseri umani, i delitti d'onore, i crimini legati alla dote, i matrimoni precoci e le mutilazioni genitali femminili.
"In troppi paesi e regioni del mondo" ha proseguito Ann Veneman "la grave condizione delle bambine è ignorata o negata: una situazione che lascia le bambine a soffrire in silenzio, provocando un impatto devastante sull'equilibrio delle loro famiglie e comunità." Eppure, come sottolineato anche dal Rapporto UNICEF 2007, gli interventi che meglio funzionano per i bambini sono quelli portati avanti e fatti propri dalle madri. Inoltre, l'empowerment delle donne è un pre-requisito per la solidità, la sostenibilità e la durata dei progressi nella condizione infantile. Infatti l'uguaglianza di genere ha il doppio vantaggio di produrre benefici sia per le donne che per i bambini, ma ha anche una funzione cardine per la salute e lo sviluppo di famiglie, comunità e nazioni.
Per la giornata il Cipsi e Chiama l'Africa ricordano che "sono le donne soprattutto nei paesi più impoveriti e in Africa in modo particolare, a reggere l'economia familiare, a gestire e proteggere la vita dei propri figli, donando, quindi speranza e futuro all'umanità". "Mentre vogliamo condannare ogni forma di violenza e di discriminazione - afferma Guido Barbera, Presidente del Cipsi - e impegnarci a costruire una società dove alle donne sia riconosciuto il loro ruolo unico e irripetibile, ci impegniamo a lavorare, nel nostro impegno di solidarietà e di cooperazione, particolarmente con loro. Sapendo che ogni attività svolta dalle donne, soprattutto nelle situazioni più povere e difficili, è un, investimento per una società più giusta e più umana che pone al centro di tutto la difesa strenua della vita e dei diritti".
E Amnesty International ricorda che "ancora oggi sono milioni le adulte e bambine costrette quotidianamente al silenzio da violenze, dal terrore, da abusi fisici e psicologici. Violate in tempo di pace, sono due volte vittime in tempo di guerra". ""La violenza sulle donne è una delle forme di violazione dei diritti umani piu' diffusa e occulta nel mondo" - ha detto Irene Khan, Segretaria Generale di Amnesty International.
Nei giorni scorsi la Sezione Italiana di Amnesty International ha duramente criticato la nuova campagna pubblicitaria di Dolce e Gabbana, chiedendo che venga ritirata. "La campagna pubblicitaria di Dolce e Gabbana presente sui mezzi d'informazione rischia di rappresentare un'apologia dell'uso della violenza nei confronti delle donne ed è un contributo veramente inaccettabile dei due stilisti italiani alla vigilia della Giornata internazionale della donna.
Dal 2004, Amnesty International conduce la campagna mondiale "Mai più violenza sulle donne", per denunciare e fermare un fenomeno che colpisce, in molti paesi, due donne su tre e da cui l'Italia non è affatto immune, come denunciato dall'ultimo rapporto Istat. Il diritto delle donne a vivere libere dall'incubo della violenza ha bisogno di tutto meno che di immagini come quelle di Dolce e Gabbana. [GB]