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31 marzo 05, Palazzo Re Enzo (Bologna): intervista a Serge Latouche
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Giovedì 31 marzo 2005 alle ore 20,30 - presso la Sala Atti di Palazzo Re Enzo - Paola Bonora dell'Università di Bologna intervista l'economista Serge Latouche in una conferenza pubblica dal titolo "L'immaginario universalistico e la metropoli Altra". Il forum è un evento collaterale della mostra "L'esplosione della città" a San Giorgio in Poggiale (via Nazario Sauro 22) che prosegue fino al 12 aprile 2005.
Annullato invece l'incontro di lunedì 4 aprile con Massimo Cacciari, neocandidato alle elezioni amministrative del Comune di Venezia.
L'Occidente, l'economia occidentale e liberista, la loro presunta supremazia universalistica rappresentano costruzioni immaginarie e totalizzanti che piegano, con le armi più diverse (economiche, culturali, politiche, belliche...), i destini e le volontà. La globalizzazione mercantile si fonda su una "morale" economica priva di etica (se non quella del mercato) che gioca su disparità e ingiustizie: il fine giustifica i mezzi? quale fine? quali mezzi? "economia giusta" o "società giusta"? Se tutto ciò che struttura l'immaginario economico resta al suo posto - la credenza nel progresso, il dominio della natura, il culto della razionalità - le ineguaglianze e le ingiustizie si perpetuano; come decolonizzare l'immaginario? Quale altra mondializzazione? ovvero quale altro tipo di società è possibile, entro quali logiche, con quali strumenti?
Sono queste alcune delle domande che Paola Bonora rivolgerà all'economista e antropologo Serge Latouche, professore di Scienze Economiche all'Università di Paris-Sud.
Esponente di riferimento del movimento new-global mondiale, Latouche si definisce economista eterodosso e conduce da anni una polemica contro il pensiero utilitarista e universalista, per liberare la società occidentale dalla fede incondizionata nella produttività e nella tecnologia. Secondo Latouche: "L'Occidente vive una crisi profondissima, è simile a un bolide che corre all'impazzata senza autista e senza freni. Siamo sull'orlo della catastrofe. Evitarla sarà molto difficile. Ma dobbiamo riuscirci. Per noi occidentali e per il resto del mondo".
Come evitare la catastrofe? Siamo al centro di un triangolo i cui tre vertici sono: Sopravvivenza, Resistenza, Dissidenza. Non dobbiamo dimenticare né privilegiare nessuna di queste tre dimensioni. Prima di tutto dobbiamo sopravvivere. E' ovvio, senza ciò nessuna resistenza né dissidenza sarebbero possibili.
Sopravvivere significa adattarsi al mondo nel quale viviamo ma non significa che dobbiamo approvarlo né aiutarlo a funzionare, al di là del necessario. Dobbiamo accettare dei compromessi nell'azione concreta e quotidiana, ma senza accettare le compromissioni nel pensiero.
Già questa è una forma di resistenza. La resistenza mentale all'impresa del "lavaggio del cervello" da parte dei media e il dominio devastatore del "pensiero unico". Dunque dobbiamo resistere... se pensiamo che siamo imbarcati in una megamacchina che fila a gran velocità senza pilota e quindi condannata a fracassarsi contro un muro. Resistere significa tentare di frenare, tentare di cambiare la direzione se è ancora possibile."Come", in verità nessuno lo sa. Dobbiamo anche pensare di poter lasciare il bolide e saltare al momento opportuno: è questa la dissidenza. Se a breve termine la strategia della sopravvivenza è la più importante, a termine medio, lo sarà la strategia della resistenza e, a lungo termine, quella della dissidenza. I libri più importanti di Latouche sono quasi tutti pubblicati in italiano da Bollati Boringhieri, tra questi il recente "Giustizia senza limiti", in cui l'autore mette a confronto la fiducia incondizionata nella società di mercato, con l'ingiustizia del mondo che evidentemente svuota di contenuto ogni pretesa morale dell'economia.
L'allestimento della mostra e l'organizzazione dei numerosi eventi collaterali sono a cura di Citylab, studio associato composto da architetti, urbanisti e ricercatori di Bologna, Ferrara e Mantova. L'idea della mostra nasce dai risultati di una ricerca che ha coinvolto tredici università di Francia, Italia, Portogallo e Spagna, con il coordinamento scientifico di Antonio Font (Universitat Politècnica de Catalunya), Francesco Indovina (Università Iuav di Venezia) e Nu㱀o Portas (Universidade do Porto). Obiettivo, mettere a confronto le trasformazioni recenti di tredici città dell'Europa meridionale: Barcellona, Bologna, Donostia-Bayonne (San Sebastian), Genova, Lisbona, Madrid, Marsiglia, Milano, Montpellier, Napoli, Porto, Valencia e la metropoli - da Vicenza a Mestre - del Veneto centrale.
Apertura della mostra "L'esplosione della città" fino al 12 aprile dalle ore 10 alle 18, escluso il lunedì. Ingresso gratuito. La mostra è realizzata con il patrocinio di Comune di Bologna, Atc-Azienda trasporti comunali e Saiedue Living, e con la collaborazione di Cineteca di Bologna e Sala Borsa Eventi.
Per informazioni al pubblico: tel. 051 6598218, sito web http://cst.provincia.bologna.it/esplosione.