2 giugno in azione, via le armi nucleari dall'Italia

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Aprendo uno striscione con la scritta "Via le armi nucleari dall'Italia" durante la parata militare del 2 giugno, alcuni attivisti di Greenpeace hanno voluto lanciare un messaggio a favore del disarmo atomico. Come dimostra il rapporto 'I rischi nascosti nel cortile di casa' , appena realizzato, nel nostro paese sono ospitati 90 ordigni nucleari Usa-Nato (480 complessivamente in Europa), la cui potenza complessiva è pari a novecento volte la bomba di Hiroshima. Una presenza sconosciuta a oltre il 60 per cento della popolazione italiana, che in percentuale simile è favorevole al loro smantellamento.

"L'azione di oggi non vuole essere polemica, ma solo un invito a Governo e Parlamento affinché il nostro tradizionale ruolo di paese di pace venga rafforzato per riaprire una nuova stagione di disarmo nucleare", spiega Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace Italia. "Il disarmo nucleare è un argomento che dovrebbe unire tutti, con la consapevolezza che senza una forte azione in questo senso sarà difficile evitare la proliferazione atomica", ha aggiunto Onufrio.

Proprio ieri, d'altra parte, è stato finalmente reso noto a New York il rapporto Weapons of Terror ("Armi del terrore") della Commission on Weapons of Mass Destruction dell'Onu, presieduta da Hans Blix. Nella sua dettagliata analisi sulle armi atomiche, il rapporto afferma: "Finché alcune nazioni avranno armamenti nucleari, altre li vorranno. Finché qualcuno di questi armamenti rimarrà, ci sarà il rischio che un giorno verranno usati, volontariamente o per errore. E qualsiasi utilizzo rappresenterebbe una catastrofe". E poi: "La Commissione rifiuta l'idea che gli armamenti nucleari non rappresentino una minaccia nelle mani di qualcuno, mentre nelle mani di altri sottopongano il mondo a un pericolo mortale".

"Le raccomandazioni della Commissione ONU ci sembrano di grande rilievo", commenta Onufrio: "In particolare quelle, rivolte soprattutto a Russia e USA, di dare seguito agli accordi del 1991 per eliminare specifici armamenti nucleari tattici e di rafforzare gli impegni al disarmo unilaterale e la raccomandazione di non posizionare propri armamenti nucleari in Paesi terzi". A novembre a Riga, in Lettonia, si ridiscuterà il ruolo e le prospettive della NATO. Paesi come Canada, Grecia, Islanda e Danimarca (Groenlandia) sono membri attivi della NATO ma hanno smantellato tutte le armi nucleari. L'Italia - sostiene Greenpeace - dovrebbe far parte di questo gruppo e promuovere attivamente il disarmo nucleare.

L'Italia e l'Europa non possono rinunciare alla loro sovranità e piegarsi ai piani nucleari statunitensi. Solo rilanciando la prospettiva del disarmo a partire dalle potenze atomiche attuali sarà, infatti, possibile perseguire la non proliferazione in paesi come la Corea del Nord, l'Iran o il Giappone. Il 2006, con il summit di Riga per la ridefinizione del concetto strategico della Nato, potrebbe essere decisivo per eliminare i rischi del nucleare. Greenpeace intensificherà il suo impegno affinché gli armamenti atomici presenti sul nostro territorio vengano immediatamente riconsegnati agli Usa per lo smantellamento. [AT]

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