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18mila delegati nel Rio Grande do Sul re-inventano la democrazia
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Iria Char㣀o Rodrigues, Coordinatrice delle relazioni con le comunità nello Stato del Rio Grande do Sul (Brasile) presenta a Padova e Trento la pratica del Bilancio Partecipativo. Un estratto dall'intervento alla conferenza di apertura del programma World Soical Agenda (padova, 2 maggio, ore 20.00, Civitas, Padova Fiere)
La pratica del Bilancio Partecipativo stabilisce un nuovo rapporto fra il Potere Pubblico e la società, un rapporto democratico in cui i conflitti sono affrontati in uno spazio pubblico e in maniera trasparente. La popolazione prende conoscenza delle azioni e delle difficoltà del governo e interferisce nelle sue decisioni. Questa maggiore trasparenza nella pubblica amministrazione aumenta il controllo della comunità, migliorando l'utilizzo delle risorse pubbliche. Le persone si fanno coinvolgere dai problemi della società e diventano attori politici.
Nel 2001 sono stati eletti 18 mila delegati nel Rio Grande do Sul, dove, il Bilancio partecipativo si pratica da quasi quattro anni (ma nella capitale, Porto Alegre, l'esperienza risale già a tredici anni fa). I delegati diventano il legame fra la comunità e il governo in un esperimento pratico di politica democratica che fa nascere una nuova cittadinanza. La cultura amministrativa creata in Brasile ha un metodo basato sul clientelismo, su una dinamica di favoreggiamento dei partiti di governo e dei loro rapporti. La partecipazione fa sì che le decisioni vengano prese pubblicamente e rompe quindi con la politica del favore mentre dà opportunità uguali di decidere a tutti i cittadini. Ancora in questo senso, in uno scenario in cui la base di sostegno del governo dello stato è minoritaria nell'Assemblea Legislativa e amministra soltanto una piccola parte dei comuni dello stato, la partecipazione popolare media la relazione fra i poteri e le sfere di governo con la difesa dell'attuazione dei programmi, delle opere e dei servizi di pubblico interesse.
La democratizzazione della relazione fra il governo e la società, l'incentivo al protagonismo della cittadinanza e il rinvigorimento del carattere pubblico dello stato sono i contributi del Bilancio Partecipativo. Questi contributi ci stimolano a continuare il nostro percorso. Nel Rio Grande do Sul, dobbiamo compiere progressi rispetto al rapporto del Bilancio Partecipativo con i Movimenti Sociali e con i Consigli dei Diritti e dell'Area. I Movimenti Sociali e i consigli sono una parte imprescindibile della democrazia e il Bilancio Partecipativo è complementare ad essi. Esso è uno strumento di amministrazione dello stato e vuole essere lo spazio democratico in cui proposte diverse si manifestano, si contrappongono e si trasformano, costruendo delle sintesi politiche. I Movimenti Sociali, compresi i Sindacati, sono l'organizzazione autonoma dei lavoratori e costituiscono strumenti per la loro lotta; essi hanno quindi un ruolo diverso rispetto alle istanze di partecipazione nella pubblica amministrazione. Il rapporto democratico e rispettoso che il governo stabilisce con le organizzazioni proprio perché riconosce la loro legittimità sociale e politica fa parte di ciò che intendiamo per democrazia. Così in nessun momento il Bilancio Partecipativo deve svolgere il ruolo di delegittimatore delle richieste di queste organizzazioni e non toglie la governabilità delle azioni tese a rispondere alle emergenze.
D'altro lato la partecipazione dei Movimenti al Bilancio Partecipativo ha grande importanza in quanto essi aiutano il processo a riflettere meglio le manifestazioni della società e anche perché contribuiscono affinché il dibattito generale sul progetto di società si realizzi nelle Assemblee. In questo senso, abbiamo trovato difficoltà nel coinvolgere queste due organizzazioni nel processo del Bilancio Partecipativo. Il Bilancio Partecipativo per le sue caratteristiche di partecipazione diretta ed universale favorisce la partecipazione delle persone che non appartengono a nessuna organizzazione, le quali costituiscono la maggioranza della popolazione: in esso le singole persone hanno l'opportunità di essere protagoniste. E' uno sforzo complesso riuscire ad organizzare un dibattito obiettivo per decidere le azioni concrete che diventino un impegno del governo e allo stesso tempo realizzare un dibattito ampio che definisca le direttrici generali, valuti le politiche pubbliche e formi un progetto di sviluppo economico e sociale.
Lo sforzo affinché attraverso il Bilancio Partecipativo si prendano decisioni concrete e si definiscano azioni obiettive è stato spesso caratterizzato da un dibattito frammentato e disordinato. Nonostante questo fenomeno debba essere analizzato tenendo conto anche della realtà sociale caratterizzata dalla percezione frammentaria della realtà, è difficile superare la frammentazione nel proprio Stato, il quale è contraddistinto da una logica a scompartimenti, senza integrazione delle politiche. E' necessario fare progressi sia nella valutazione delle politiche pubbliche ai fini del loro perfezionamento sia nella realizzazione di un dibattito globale di sviluppo integrato, senza perdere l'obiettività nelle decisioni e la caratteristica massiva della partecipazione di centinaia di migliaia di cittadini.
Fonte: World Social Agenda