11 marzo, chiudere tv e politici

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Sabato 11 marzo è stata indetta la giornata di sciopero nazionale dei telespettatori. Ma l'invito è diretto in particolare ai politici ai quali viene chiesta l'astensione dal video.

"Basta duelli nei salotti TV, acrobazie verbali, esibizioni da baraccone, attenzione a look e immagine che suppliscono a latitanze di contenuti e offendono la capacità di intendere dell'elettorato.
Lontani per un giorno dalla TV, i politici si concedano una pausa di riflessione, autocritica, studio e lettura. Scendano nelle piazze e nei luoghi di aggregazione, di lavoro, di formazione, e prendano contatto con la realtà per conoscere quelle persone che dalla televisione non potranno mai vedere e sentire le tante voci fuori dal coro". E' questo l'appello diramato da esterni alle segreterie e alle sedi di partiti e coalizioni, in attesa di sapere cosa si impegnano a fare o cosa avranno fatto i politici durante questa giornata di astensione.

I cittadini tutti aderiscano allo sciopero rendendo inutili le esibizioni dei politici "disobbedienti" e in più, nel tempo prezioso sottratto alla televisione, potranno vivere momenti di festa, incontro e nuove scoperte*.
E gli altri media potranno focalizzare la loro attenzione su argomenti importanti che realmente interessano il pubblico, piuttosto che inondarlo di cronache televisive del giorno dopo.

Sabato 11 Marzo l'Italia spegne la TV e si concede un giorno in presa diretta fuori dalla "scatola": gli ascolti passano dalla televisione alle trasmissioni reali, nelle piazze e nei luoghi di incontro delle città. Aggiornamento continuo delle adesioni sul sito www.sciopero.tv

* per tutto il fine settimana (10,11, 12 marzo) saranno applicati sconti e agevolazioni a chi si presenta con il telecomando nei luoghi d'arte, cultura e divertimento in tutta Italia.

La storia
Il gruppo esterni, che fa dell'incontro e dell'aggregazione il punto centrale di ogni suo intervento, proclama l'edizione 2006 dello Sciopero dei Telespettatori, l'evento nato undici anni fa come esperimento sociale che si propone di restituire valore culturale e aggregante al tempo/spazio sottratto alla vita reale dalla televisione.

La protesta a livello nazionale si pone contro l'ottundimento e l'isolamento provocato dall'uso della tv e il suo consumo smisurato, contro la diffusa mentalità che accetta il suo potere senza alcuna replica, contro nessun programma e nessun personaggio in particolare. Senza mai entrare nel merito dei palinsesti, e soprattutto al di fuori di ogni schieramento, nonostante il rischio di sovrapporsi alle numerose polemiche che accompagnano le attuali vicende della tv. Per riaffermare l'autonomia del singolo, e per dimostrare come telespettatori - quali troppo spesso si è classificati - di possedere potere decisionale e capacità critica.

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