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10 dicembre: azioni di Amnesty, stop alle violenze in Darfur
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In occasione del 10 dicembre, 58mo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, Amnesty International organizza una serie di iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica e mobilitarla in favore di vittime di violazioni dei diritti umani. Alle 12 di sabato 9 dicembre prenderà il via su internet la Maratona Azioni Urgenti in cui gli attivisti di Amnesty invieranno appelli in favore di persone che stanno subendo violazioni dei diritti umani. Oltre all'Italia, parteciperanno alla Maratona sezioni di Amnesty di oltre 30 paesi. Lo scorso anno, durante la Maratona, sono stati inviati da tutto il mondo oltre 80.000 appelli, 8000 dei quali dall'Italia. L'11 e il 12 dicembre, Amnesty prenderà parte, con due specifiche iniziative, alla "Settimana dei diritti umani in Italia", organizzata dalla Provincia di Roma. Lunedì 11, alle ore 10 a palazzo Valentini, si terrà l'incontro "Bambini invisibili: il programma educativo di Amnesty International a favore dei minori migranti", mentre martedì 12, alle ore 17.30 sempre a palazzo Valentini si svolgerà la conferenza "Diritti umani e diritti fondamentali in Italia. Tra tutela costituzionale e tutela sovranazionale".
E per porre immediatamente fine agli stupri e alla violenza sessuale in Darfur la coalizione "Globe for Darfur" lancia l'appello "Basta violenza contro le donne in Darfur" denunciando che le misure di protezione adottate inizialmente dai peacekeeper dell'Unione africana hanno perso efficacia negli ultimi mesi, determinando un aumento degli attacchi nei confronti delle donne. "Lo stupro e la violenza sessuale, nei confronti di donne e bambine anche di otto anni, sono un'arma di guerra usata quotidianamente nella regione sudanese del Darfur. Per il diritto internazionale lo stupro, se compiuto nell'ambito di un attacco massiccio o sistematico contro una popolazione civile, costituisce un crimine contro l'umanità" - evidenzia la coalizione. Nonostante la firma nel maggio scorso dell'Accordo di pace per il Darfur (Dpa), finora la missione Amis non è stata in grado di proteggere la popolazione civile. Nelle scorse settimane Medici senza Frontiere denunciava "un'escalation di violenze da parte di tutti i gruppi armati nei confronti della popolazione civile e degli operatori umanitari" che ha costretto molte persone ad abbandonare le loro abitazioni.
La missione dell'Unione africana in Sudan (Amis) non è stata in grado di proteggere la popolazione civile e numerose organizzazioni hanno ripetutamente chiesto al governo sudanese a consentire la presenza di una forza di pace dell'Onu col mandato di tutelare i civili del Darfur. Il 12 dicembre il Consiglio dei diritti umani dell'Onu si riunirà per una sessione speciale sulla crisi in Darfur (Sudan). Intanto il rappresentante speciale del segretario generale dell'Onu in Sudan, Jan Pronk, espulso ad ottobre dal paese, è rientrato oggi a Khartoum per dare le ultime consegne al suo assistente in loco, prima della scadenza ufficiale del suo mandato, fissata entro dicembre - riporta l'agenzia Misna. L'inviato, che era entrato più volte in polemica con il governo sudanese sulla questione del Darfur, era stato dichiarato 'persona non grata' dopo aver scritto sul suo sito internet personale di due sconfitte subite dall'esercito sudanese per mano dei ribelli del Darfur che avrebbero provocato abbattimento morale tra le fila dei governativi.
Ma "un blocco generalizzato e l'inizio di una regressione hanno marcato la terza sessione del Consiglio dei diritti umani che si conclude oggi a Ginevra" - afferma Adrien-Claude Zoller su Swissinfo. Il Consiglio, il cui statuto è più elevato rispetto alla precedente Commissione, "non ha ancora abbordato nella sostanza i diritti umani" - denuncia l'attivista. Salutato al suo debutto in giugno, il Consiglio nato per sostituire l'omonima e discreditata Commissione dei diritti umani non ha ancora saputo mantenere fede alle sue promesse: le divisioni tra i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo sono state sfruttate dai Paesi arabi e musulmani e hanno portato in più casi ad una forte condanna d'Israele, ma hanno nel contempo levato linfa ad altre pressanti questioni, come la crisi sudanese del Darfur. Il Consiglio dei diritti umani ha comunque deciso di indire una sessione speciale per discutere del Darfur: la decisione sembra quasi una risposta al Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, che nei giorni scorsi aveva rimproverato il Consiglio di trascurare la martoriata regione sudanese. [GB]