Sardegna: negato il referendum sulle basi militari straniere

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Il referendum regionale consultivo sulle basi militari e nucleari straniere in Sardegna è stato dichiarato inammissibile da un ufficio regionale con una delibera del 16 luglio, inspiegabilmente comunicata alla stampa quasi un mese dopo, il 12 agosto. Lo comunica il Comitato "Gettiamo le basi".

Con delibera del 16 luglio scorso, inspiegabilmente non comunicata al comitato promotore e resa nota dalla stampa quasi un mese dopo, il 12 agosto, l'Ufficio Regionale del Referendum ha dichiarato inammissibile la richiesta. La motivazione della bocciatura ricalca le argomentazioni addotte dalla Corte Costituzionale per affossare nel 1989 un referendum popolare, sempre sulla base statunitense, ma che poneva tre quesiti totalmente diversi. Secondo l'Ufficio Regionale Referendum il popolo sardo non puo' esprimere un'opinione in quanto la Sardegna non ha competenza in materia di trattati internazionali. Ma, nota il Comitato, quello proposto non è un referendum abrogativo bensì un referendum regionale consultivo. Il testo del quesito infatti è questo: "Siete contrari alla presenza in Sardegna di basi militari straniere, comunque istituite, atte ad offrire punti di approdo e di rifornimento anche a navi e sommergibili a propulsione nucleare o con armamento nucleare?".

Il Comitato si è subito attivato per costituire un pool di giuristi e avvocati che, gratuitamente, portino avanti ai vari livelli i ricorsi necessari per azzerare la delibera dell'Ufficio regionale. E lunedi' 23 agosto una delegazione del comitato ha incontrato con il neo eletto presidente Soru che ha ripetutamente sottolineato che "il referendum non è l'unica strada" ha indicato la strada "alternativa" che intende percorrere: la desecretazione degli accordi incostituzionali che hanno dato il via all'occupazione militare degli Stati Uniti a La Maddalena. "Una strada - nota il Comitato - "battuta inutilmente da oltre trent'anni dal Parlamento e dalla Regione".

L'incontro con la delegazione di "Firma po' firmai sa bomba" si è concluso con l'impegno di Soru a valutare con attenzione la possibilità che il Presidente della Regione impugni la delibera dell'Ufficio Regionale del Referendum, ufficio nominato con decreto del Presidente della Regione e di cui fa parte il Direttore generale della Presidenza della Regione. Il comitato comunque non intende smobilitare e "continuerà con l'impegno per promuovere la formazione di un pool di giuristi e avvocati disponibili a difendere in tutte le sedi competenti, con o contro Soru, gli interessi del popolo sardo di farla finita con l'occupazione militare e di ripristinare la legalità nella sua terra - conclude il comunicato. [GB]

Approfondimento: Via le Basi

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