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Schiavitù: le catene non ancora spezzate
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Oggi 23 agosto è la Giornata dell'Unesco per ricordare la tratta degli schiavi e la sua abolizione. In occasione delle cerimonie per la Giornata, che quest'anno si sono svolte a Parigi, il direttore generale dell'Unesco Koichiro Matsuura, ha ricordato che "la data del 23 agosto si riferisce all'insurrezione che cominciò nella notte tra il 22 ed il 23 agosto 1791 nell'isola di Santo Domingo (oggi divisa tra Haiti e la Repubblica Dominicana) condotta da Toussaint Louverture, il primo generale nero. La rivolta condusse alla prima decisiva vittoria di schiavi contro i loro oppressori nella storia dell'umanità". Ma ha sottolineato anche che "sebbene abolita, la schiavitù coinvolge ancora la vita di milioni di persone nel mondo".
Secondo Antislavery international, l'ong internazionale che vigila e combatte il fenomeno, sebbene la schiavitù sia oggi illegale, 20 milioni di persone sono tuttora costrette a lavorare incatenate, 179 miloni di bambini svolgono lavori sottopagati, 800 mila persone sono oggetto di traffico di esseri umani. Nella Repubblica Dominicana, patria della prima rivolta degli schiavi, centinaia di migliaia di haitiani sono presi con la forza e portati a lavorare nelle piantagioni di zucchero dominicane; in Brasile si calcola che siano almeno 25mila le persone costrette al "lavoro schiavo" la maggior parte nelle fazendas della foresta amazzonica; in Mauritania, nonostante la schiavitù sia stata abolita nel 1981, si calcola che siano 1 milione gli schiavi neri oggetto di compravendita ("chattel slavery") considerati come "proprietà ereditaria" di famiglie arabo-berbere; in Sudan le milizie del nord continuano a prelevare dai villaggi del Darfur donne e bambini e si calcola che siano 100mila le donne schiave sfruttate neii lavori domestici o come concubine. Per non parlare dei 179 milioni di bambini che svolgono lavori sottopagati nei Paesi del Sud del mondo, e specialmente in Pakistan e India.
Antislavery international:
- Appello al Consiglio d'Europa
- Campagna Stop human traffic
Ma il fenomeno non riguarda solo i Paesi del Sud del mondo: si stima che siano 20mila le persone portate illegamente negli Usa ogni anno e costrette alla prostituzione e 120 mila le donne introdotte illegamente ogni anno in Europa e costrette alla prostituzione.
"Il Consiglio d'Europa sta preparando una 'Convenzione europea contro il traffico di persone' ed è fondamentale che il documento assicuri una reale protezione di queste persone includendo la possibilità di avere accesso a cure mediche e supporto assistenziale, il permesso di rimanere per almeno tre mesi nel Paese in cui sono state forzatamente portate e, nei casi maggiormente a rischio, la possibilità di permesso permanente" - sottolinea una nota di antislavery.org. L'organizzazione ha predisposto un appello online da inviare al Consiglio d'Europa.
Il 2004 è l'Anno internazionale dell'Unesco per ricordare il "commercio degli schiavi e l'abolizione della schiavitù" e numerose sono le iniziative presentate durante quest'anno dall'organizzazione delle Nazioni Unite. [GB]