Spazio fisico

Morfologia. Il territorio norvegese corrisponde a una lunga striscia, ininterrottamente montuosa (esigue pianure si hanno solo nella sezione sud-orientale del Paese), che si sviluppa da nord a sud lungo il bordo occidentale della Penisola Scandinava, e precisamente da Capo Nord, l'estremità settentrionale del continente europeo, alle coste dello Skagerrak. Essa termina al mare con una costa frastagliatissima, intagliata da innumerevoli fiordi e fronteggiata da una miriade di isole e scogli: montuosità e continua penetrazione marittima rappresentano le peculiarità morfologiche del Paese, conferendogli un'organica unitarietà. Tali elementi traggono la loro origine dalle vicende geologiche che in varia epoca hanno interessato, oltre alla Norvegia, tutta la Scandinavia. Estrema porzione occidentale dello Scudo Baltico, l'ossatura cioè precambriana dell'Europa, la Norvegia è stata sottoposta nel Paleozoico all'orogenesi caledoniana, cui deve la nascita delle sue montagne, poi peneplanate e in più riprese sommerse dalle acque. Tali rilievi, dalle forme mature, con vasti altopiani e cime tondeggianti, furono però "ringiovaniti" dall'orogenesi cenozoica, assumendo spesso quell'aspetto alpestre (talora sono infatti definiti, seppure impropriamente, Alpi Scandinave) tipico dei sistemi cenozoici. Tale sollevamento ne ha in ogni caso accentuato la montuosità; tra le maggiori cime, sulle quali nella Norvegia settentrionale corre spesso il confine con la Svezia, sono il Glittertind (2.470 m), la Snøhetta (2.286 m), il Rondane (2.183 m). Il ringiovanimento diede inoltre nuova forza agli agenti erosivi, tra cui soprattutto i ghiacciai . Questi infatti hanno contribuito ampiamente a modellare il Paese, che fu lungamente soggetto alle glaciazioni pleistoceniche. In tali periodi si ebbero vaste calotte glaciali con formazione di lunghe lingue nei solchi vallivi che scendono al mare; al loro ritiro vennero alla luce le valli piatte a trogolo (kiølen), gli altopiani montonati (fielde), i laghi glaciali. Oggi i ghiacciai coprono complessivamente una superficie di circa 5.000 km 2 , di cui oltre 800 km 2 spettano allo Jostedalsbre , il più vasto dell'Europa continentale. Allo stesso tempo il livello del mare subì notevoli oscillazioni, legate all'espansione e alla riduzione delle masse glaciali.

 

Fiordi e isole. Antiche valli glaciali occupate dal mare sono appunto i fiordi, allungati, profondi, ramificati: dall'ampio Trondheimsfjord all'Oslofjord, sulla cui diramazione settentrionale si affaccia la capitale, al Sognefjord , lungo oltre 200 km e profondo 1.244 m, all'Hardangerfjord ai piedi dell'omonimo ghiacciaio ecc. (spesso sulle carte geografiche sono però indicati al plurale, cioè Trondheimsfjorden, Oslofjorden ecc., in considerazione del fatto che il più delle volte non si tratta di un'insenatura singola ma di un complesso di rientranze, quindi di più fiordi). Elemento non meno caratteristico dei fiordi sono le innumerevoli isole rocciose (il cosiddetto skjargård, o giardino degli scogli), che fronteggiano le coste norvegesi: si tratta per lo più delle aguzze sommità emerse di un'esigua piattaforma costiera frantumata dalle erosioni marine e glaciali. Vere e proprie isole si hanno solo al largo della costa nord-occidentale dove, al di là dei Vestfjorden (in realtà oggi un braccio di mare) affiorano le Lofoten e le Vesterålen .

 

Clima e flora. Il Paese è subpolare quanto a latitudine, sicché buona parte del territorio è posta a nord del Circolo Polare Artico; la Norvegia deve a ciò la lunghezza dei periodi diurni estivi (famoso è il fenomeno del "sole di mezzanotte") e per contro il persistere, durante il lungo inverno, dell'oscurità notturna, che cede solo per alcune ore a una grigiastra luce crepuscolare. Quanto invece alle temperature queste sono, confrontando quelle di territori posti alle medesime latitudini, particolarmente miti: ciò per effetto dell'azione della calda corrente del Golfo, un cui ramo costeggia interamente il litorale norvegese e fa sì che le acque superficiali non gelino mai. Ne deriva che il clima non è molto aspro, almeno sulle coste, dove assume caratteri oceanici (estati fresche, inverni non rigidi, abbondanti precipitazioni) con frequenti nebbie, indotte dalla corrente del Golfo; dato però che nella sua sezione settentrionale e centrale la Norvegia è poco più di una striscia di terra lungo il mare, le condizioni di un clima continentale sono significative solo nella porzione meridionale, dove il territorio si interna sino a una lunghezza di 430 km. La disposizione nel senso dei meridiani delle catene montuose, il cui crinale corre in genere prossimo alla costa, influisce sull'andamento delle isoterme e delle isoiete: temperature e piogge cioè più che variare secondo la latitudine, da nord a sud, variano da ovest a est. La media invernale sulla costa passa dai-1/-3 °C di Oslo e Trondheim ai +2/+3 °C di Bergen, mentre nelle sezioni montuose più interne può arrivare a -12/-14 °C; i valori estivi hanno un'escursione più ridotta passando in media dai 9/10 ° C ai 12/14 °C. Le piogge, portate dai venti atlantici, decrescono dalla zona costiera (dove in talune aree sud-occidentali superano anche i 2.000 mm annui) verso l'interno: nel Finnmark si registrano spesso valori inferiori ai 500 mm annui. Frequenti sono le precipitazioni nevose. La vegetazione è largamente di tipo subartico. Si hanno, soprattutto a sud, dense foreste di conifere (pini e abeti), cui succedono boschi di betulle e salici, quindi, alle alte quote e nella Norvegia settentrionale, la tundra con arbusti nani e licheni, ancor oggi dominio incontrastato della renna.

 

Idrografia. Per la vicinanza dello spartiacque alla costa, i fiumi della Norvegia sono brevi, impetuosi, interrotti da rapide e cascate che ne limitano la navigabilità; sono però abbondantemente alimentati dai ghiacciai e assai adatti allo sfruttamento idroelettrico. Il più importante è il Glomma, che per 600 km attraversa da nord a sud la Norvegia orientale e sfocia nel fiordo di Oslo. I laghi, che ricoprono complessivamente un'area di 14.000 km 2 , sono numerosissimi ma di modesta superficie; sono tutti di origine glaciale, profondi e allungati, simili spesso a fiordi interni.