Storia

I primi a insediarsi nella regione che corrisponde all'odierna Lettonia furono, tra il 3000 e il 2000 a. C., i cacciatori ugro-finnici, mentre la presenza dei Balti è documentata nel IX sec. a. C. Le antiche tribù della zona ebbero relazioni coi Germani e con l'Impero Romano e, successivamente, anche con Vichinghi e Russi. Nel XIII sec. i cavalieri teutonici (o della Spada) avviarono la conversione forzata delle popolazioni baltiche al cristianesimo, conclusasi nel 1290. Dal 1237 la Lettonia appartenne alla Livonia cristiana, che nel 1561 fu annessa alla Polonia, mentre la Curlandia divenne un ducato indipendente sotto la sovranità polacca. Nel 1621, al termine della guerra tra la Lituania e la Polonia cattoliche e la Svezia protestante, gran parte della Lettonia orientale (Riga compresa) fu conquistata da quest'ultima. Gli svedesi abolirono la servitù della gleba e introdussero l'istruzione, alimentando il nazionalismo dei lettoni, che fu tuttavia frenato dall'espansione russa agli inizi del XVIII sec. Nel 1795 l'intero Paese passò sotto il controllo della Russia.