Spazio fisico

Morfologia. L'arco dei Carpazi a est e a nord, le estreme propaggini delle Alpi Orientali a ovest, il versante esterno del sistema dinarico a sud racchiudono una delle più vaste depressioni tettoniche d'Europa, il bacino (o pianura) pannonico, che, compreso in massima parte entro i confini dell'Ungheria, determina l'aspetto dominante del paesaggio. La depressione, oggi attraversata da nord a sud dal Danubio e dal suo affluente Tibisco, si formò nell'era cenozoica verso la fine dell'orogenesi alpina; allo sprofondamento tettonico si accompagnarono fenomeni vulcanici ai margini della pianura stessa, dei quali permangono ancor oggi manifestazioni secondarie sotto forma, per esempio, di quelle sorgenti termali di cui è così ricco il Paese. Invasa dal mare, la pianura ungherese divenne un immenso bacino chiuso, dal quale emergevano solo le cime più alte dei rilievi preesistenti; questo enorme "mare" interno, il cui ultimo residuo può essere considerato il Lago Balaton, fu a poco a poco colmato dai depositi fluviali, costituiti da depositi più grossolani cui si alternano sedimenti più fini di löss di trasporto eolico, particolarmente abbondanti nei periodi interglaciali. Circa il 70% del territorio ungherese è formato comunque da pianure e il restante da modeste ondulazioni (solo il 2% supera i 400 m sul livello del mare e nessuna cima supera i 1.015 m); tuttavia, includendo anche le prime elevazioni carpatiche così come taluni rilievi isolati, quali la Selva Baconia, strettamente legati al sistema alpino, nel Paese si possono distinguere varie regioni morfologicamente e strutturalmente ben differenziate. La prima fondamentale ripartizione distingue: a ovest il Transdanubio (Dunántúl ) a occidente del Danubio, che è il basilare elemento divisorio della geografia ungherese; a est la Grande Pianura o Pianura Ungherese Inferiore (Nagyalföld o più semplicemente e comunemente Alföld , terra bassa) a oriente del fiume; a nord una ristretta zona montuosa, costituita dai rilievi precarpatici racchiusi tra il Danubio e il Tibisco.

 

Transdanubio. Il Transdanubio, che si estende tra il Danubio, la Drava e le propaggini orientali del sistema alpino, comprende in effetti subregioni assai varie: il Kisalföld o Piccolo Alföld a nord, di cui l'Ungheria possiede solo la sezione meridionale (quella settentrionale è inclusa nella Slovacchia), al centro la Selva Baconia, insieme di gruppi collinari che si allunga fra i rilievi prealpini e quelli precarpatici; infine a sud la sezione transdanubiana meridionale. Nel Kisalföld i corsi del Danubio e del suo affluente Rába racchiudono una zona acquitrinosa ancor oggi non interamente drenata; nella parte più depressa sussiste il Lago di Neusiedl (Ferro), ungherese solo nell'ultimo tratto meridionale, mentre per la quasi totalità è austriaco. Però nell'estremità occidentale del Kisalföld , in prossimità della frontiera con l'Austria, il terreno diviene più rilevato, per la presenza delle ultime propaggini prealpine: i massicci di Sopron e di Köszeg, anche se di modesta altitudine, dominano una cintura di basse colline. La Selva Baconia (il Bakony) è un complesso di rilievi formatosi contemporaneamente alle Alpi e ai Carpazi, fra i quali costituisce una specie di collegamento; rotto da fratture in parte colmate da più recenti depositi, il Bakony (704 m nel monte Korishegy) ha una morfologia assai varia, con valli profonde, pianori ondulati, frequenti fenomeni carsici per le rocce calcaree, accanto però ad affioranti graniti e a colate basaltiche; l'originaria foresta, da cui la zona ebbe nome, è stata ampiamente diboscata per dar vita nei fondovalle a centri agricoli e industriali. Continuano il Bakony a nord-est i gruppi di Vértes, di Gerecse, di Pilis e le colline di Buda, sovrastanti la capitale. La sezione transdanubiana meridionale, che si estende a sud del Lago Balaton, è più monotona, pur comprendendo oltre a una vasta piattaforma di löss vari rilievi collinari. L'Alföld, che corrisponde alla sezione principale dell'antico bacino pannonico, copre metà del territorio ungherese. Esso include la zona interfluviale tra il Danubio e il Tibisco (la cosiddetta Mesopotamia ungherese) e quella a est del Tibisco o Transtibisco (Tiszántúl), oltrepassando morfologicamente e strutturalmente i confini ungaro-romeni, sino a raggiungere le prime alture della Transilvania.

 

Grande Pianura. Nemmeno la Grande Pianura è uniforme, soprattutto per la struttura del suolo, nei punti più elevati composto da tavolati di löss e dorsali sabbiose, mentre in quelli più depressi da aree allagabili o addirittura da bacini paludosi. L'Alföld è in via di trasformazione, pur rimanendo la puszta dai vasti orizzonti la sua nota dominante; rimboschimenti, opere d'irrigazione, introduzione di nuove colture tendono a rendere questa regione una delle più ampie aree agricole d'Europa.

 

Rilievi precarpatici. Ben diversa si presenta, nel margine settentrionale, la terza fondamentale regione ungherese, il Felföld (terra alta). Si tratta di alture che si possono considerare strutturalmente precarpatiche e che costituiscono la zona più elevata del Paese. Questi rilievi furono soggetti, come d'altronde la fascia interna dei Carpazi, a intensi fenomeni di vulcanesimo, lasciando ben visibili tracce di imponenti colate. Ogni massiccio ha caratteristiche che ben lo differenziano dagli altri. A partire da ovest s'innalza il Börzsöny (939 m), in cui colate andesitiche s'interpongono frastrati di arenarie; dopo il più modesto gruppo di Cserhát s'eleva il massiccio dei Monti Mátra che, pur simile per formazione al Börzsöny , per la maggior altitudine (è qui la massima vetta ungherese, il Monte Kékes, di 1.015 m) ha più risentito dell'effetto dei processi periglaciali; segue infine il gruppo calcareo dei Monti Bükk (959 m). Appartengono alla regione settentrionale anche il prolungamento del cosiddetto Carso slovacco, con le famose grotte stalattitiche di Baradla che, lunghe 22 km, sono situate per 2/3 in territorio ungherese, e le alture di Hegyalja.

 

Clima. Il clima, data la posizione geografica del Paese, è nettamente continentale, con forti escursioni termiche sia giornaliere sia annue; in alcune località si possono riscontrare valori massimi di 41 °C e più e minimi di -34 °C. A Budapest normalmente si registrano medie annue sugli 11-12 °C con medie di gennaio intorno a -1 °C e di luglio sui 22 °C. In tutto il Paese però notevole è la variabilità del clima, essendo questo condizionato dall'alternarsi del predominio estivo delle masse d'aria d'origine mediterranea e di quello invernale degli anticicloni continentali provenienti da nord-est. Nelle stagioni di transizione hanno rilevanza gli influssi atlantici, responsabili delle precipitazioni, piuttosto variabili anch'esse; nel complesso sono però scarse, in genere più copiose all'inizio dell'estate (giugno-luglio) con valori medi in autunno; i massimi quantitativi si hanno sui rilievi occidentali (circa 1.000 mm annui) e i minimi nella regione orientali, steppica (meno di 600 mm annui); a Budapest sono dell'ordine degli 800 mm annui.

 

Flora. Clima e composizione del suolo si ripercuotono sensibilmente sulla vegetazione, benché questa nelle sue forme naturali sia ormai limitata a zone sempre più ristrette, dati i massicci interventi attuati nella trasformazione dell'ambiente a fini soprattutto agrari. Bei boschi, specie di querce e di altre latifoglie, sussistono sulle colline e sui rilievi più elevati allignano foreste di conifere; vaste aree dell'Alföld sono tuttora occupate dalla puszta, la caratteristica steppa ungherese dai suoli lössici, un tempo dominio dell'allevamento nomade, ma anche questa cede spazio alle colture.

 

Idrografia. La rete idrografica non è ricca, malgrado due grandi fiumi, il Danubio e il Tibisco, attraversino, come si è detto, il Paese. Il Danubio (o Duna ) su una lunghezza totale di 2.860 km è in effetti ungherese solo per poco più di 400 km, e di questi ben un terzo corrono lungo il confine. Il fiume, entrato nel Kisalföld attraverso la stretta Porta Ungarica, ha ben presto sbarrato il cammino dai rilievi precarpatici, sicché volge a sud; riduce la pendenza divagando lento in una zona ampiamente inondabile in cui si sofferma in numerosi meandri e si suddivide in bracci che circoscrivono isole dalla forma allungata, fra cui la più importante è quella di Csepel. Benché sia soggetto a magre e la sua portata raggiunga punte massime solo nei mesi estivi e benché sia povero di affluenti, il Danubio è navigabile per quasi tutto l'anno e costituisce il vero asse del Paese; ha inoltre particolare rilievo per Budapest, cui fornisce l'acqua. Il Tibisco (o Tisza ) attraversa l'Ungheria per circa 600 km con corso grosso modo parallelo a quello del Danubio; il suo cammino è molto lento, sinuoso, e notevoli sono le variazioni della sua portata, con massimi che coincidono con lo scioglimento primaverile delle nevi e con minimi alla fine dell'estate; nel percorrere una zona fortemente depressionaria sino al secolo scorso le acque del Tibisco frequentemente straripavano, mentre oggi dighe e canali hanno di molto diminuito il pericolo di gravi inondazioni. L'Ungheria possiede il più vasto lago dell'Europa centrale (591 km 2 ), il Balaton, elemento fondamentale dell'idrografia ungherese. Poco profondo (in media solo 3 m, con un massimo di 11 m), questo "mare degli Ungheresi", sulle cui rive si affacciano note stazioni turistiche e termali, è soggetto a violente burrasche malgrado si sia provveduto a regolare con chiuse il deflusso d'acqua del suo emissario, il Sió, affluente di destra del Danubio. Altri laghi sono il già citato Lago di Neusiedl (Fertö), al confine con l'Austria, e il piccolo Velence. Il suolo è ricco di falde freatiche, grazie alle quali si è potuto fortemente incrementare l'irrigazione e l'approvvigionamento d'acqua alle città e alle industrie.