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Aspetti economici
Profilo generale. A partire dal 1947 l'economia ungherese fu retta da piani di sviluppo volti a trasformare un Paese eminentemente agricolo in uno prevalentemente industriale; l'agricoltura fu riorganizzata sulla base di una radicale riforma che, eliminate le grandi proprietà, puntò sulla creazione delle cooperative, l'industria venne sistematicamente potenziata a danno delle altre attività e, al suo interno, furono nettamente privilegiate le produzioni di base a scapito di quelle destinate ai consumi. Il malcontento di vasti strati della popolazione sfociò nella ben nota insurrezione del 1956; ne seguì un tentativo da parte del governo di realizzare una programmazione più flessibile e meglio rispondente alle richieste del Paese, pur sempre però nei limiti imposti da un sistema economico rigidamente centralizzato. Ma nel 1968 il cambiamento fu radicale: fu dato avvio a un graduale decentramento della pianificazione, furono adottati nuovi criteri di competitività e di profitto aziendale, la formazione dei prezzi di alcuni prodotti fu lasciata ai puri meccanismi del mercato. Questo processo di liberalizzazione (cui si è man mano accompagnato un potenziamento dell'economia privata) ha avuto un effetto positivo grazie anche al copioso afflusso di capitali esteri. Dal 1982 piccole e medie industrie producono beni di largo consumo per l'interno, con uno spostamento produttivo dall'industria pesante a quella leggera. Tecnologicamente avanzata, l'Ungheria ha attivato un buon scambio con l'estero a prezzi molto competitivi, tanto da esportare il 50% della sua produzione manifatturiera, oltre a prodotti agricoli e zootecnici disponibili sia grazie all'ampia estensione dei terreni fertili sia per l'ottima incidenza della produzione realizzata oltre i limiti della collettivizzazione.
Agricoltura e foreste. L'agricoltura rimane sempre una delle principali voci dell'economia ungherese; largamente meccanizzata, può altresì contare su condizioni ambientali molto favorevoli: l'arativo e le colture arborescenti coprono quasi il 54% della superficie territoriale, un valore che è tra i più alti d'Europa. Essa non solo sopperisce al fabbisogno interno, ma fornisce insieme ai prodotti zootecnici ben un quinto delle esportazioni. Circa il 10% delle terre è di proprietà privata; prevalgono però le circa 1270 cooperative, che ne posseggono il 90%. Primeggiano i cereali, mais e frumento soprattutto (complessivamente essi coprono quasi la metà dell'intero arativo); il mais è utilizzato largamente come foraggio, mentre il frumento è il principale alimento della popolazione. Seguono l'orzo, la segale e l'avena, poi il riso. Si coltivano inoltre in notevole quantità patate e vari ortaggi, specie pomodori, cipolle, fagioli, piselli ecc. Tra le colture frutticole primeggiano le mele, quindi le prugne, le pesche, le pere, le albicocche; particolare importanza riveste la viticoltura, che, diffusa sin dal Medioevo specie nelle regioni collinari dell'Ungheria settentrionale e occidentale, fornisce uva per lo più al servizio di un'enologia largamente affermata (tra i vini il ben noto tokaj). Produzione tipicamente ungherese è infine la paprica, derivata dal peperoncino rosso. Le colture industriali comprendono la barbabietola da zucchero, il tabacco, piante tessili come la canapa e il lino, oltre a varie oleaginose quali il girasole, la colza e la soia. Il manto forestale è piuttosto modesto nonostante i programmi di rimboschimento, coprendo poco più del 19% della superficie territoriale.
Allevamento e pesca. Il patrimonio zootecnico costituisce una delle principali ricchezze del Paese. L'allevamento, un tempo praticato solo in modo brado ed estensivo, è oggi in via di generale trasformazione e va sempre più assumendo redditizie forme stallive. I bovini sono ben rappresentati da razze sia da latte sia da carne; diffusi in tutto il Paese sono i suini e i volatili da cortile, i cui prodotti concorrono alle complessive esportazioni del settore zootecnico; discreto è anche il numero di ovini. Famosi in tutta Europa sono infine i cavalli (con prestigiosi allevamenti di razze da corsa), benché il loro numero sia in costante diminuzione. La pesca, limitata al Danubio, al Tibisco e al Lago Balaton, è attività modernamente condotta.
Risorse minerarie. Il sottosuolo ungherese non è particolarmente dotato, ma il Paese ha una discreta disponibilità di minerali energetici: lignite, carbon fossile, localizzato nel Bacino di Pécs, petrolio, estratto nell'Ungheria sud-occidentale, gas naturale, uranio presso Pécs. Fra i minerali metalliferi, un posto preminente occupa la bauxite, localizzata principalmente nei Monti Vértes; sono inoltre presenti, ma in limitate quantità, oro, ferro, manganese, rame, piombo, zinco. La discreta ricchezza di combustibili ha facilitato la realizzazione di numerose centrali termoelettriche; la produzione energetica è quasi interamente di origine termica. A Páks, nella contea di Tolna, è in funzione una centrale nucleare; tuttavia per soddisfare le proprie necessità energetiche il Paese è costretto a gravose importazioni di petrolio.
Industria. L'Ungheria può ormai contare su una struttura industriale moderna ed efficiente. L'industria è quasi interamente nazionalizzata; esistono però piccole e medie aziende private e cooperative industriali considerate per così dire "di appoggio" all'attività delle gran di industrie statali, il cui ulteriore ingrandimento risulterebbe antieconomico. In continuo ampliamento è la gamma delle produzioni industriali; fortemente potenziati i settori tecnologici di punta (elettronica, informatica ecc.), ottimamente competiti vi sui mercati occidentali. L'industria siderurgica produce acciaio, ghisa e ferroleghe; quella metallurgica lavora bauxite, zinco, piombo ecc. Assai diversificata è l'industria meccanica, concentrata per lo più attorno a Budapest, ma presente anche a Györ e a Miskolc. Fornisce soprattutto trattori, materiale ferroviario, veicoli commerciali, motori, utensili di vario genere, apparecchi radio e televisivi, materiale elettrico e apparecchiature elettroniche. Un buon livello ha raggiunto l'industria tessile, largamente distribuita nel Paese e che lavora cotone e lana, ma anche fibre tessili artificiali e sintetiche. Quello chimico è un altro dei settori di punta dell'economia ungherese; il Paese può contare su numerosi complessi, che forniscono fertilizzanti azotati, prodotti farmaceutici, resine e materie plastiche, soda caustica, acido nitrico, cloridrico e solforico ecc. In progresso è anche l'industria petrolchimica; l'Ungheria possiede varie raffinerie, che in parte lavorano il greggio nazionale e in parte (come la raffineria di Százha lombatta, a sud-ovest di Budapest) il petrolio russo, che giunge mediante il famoso "Oleodotto dell'amicizia". Di antica tradizione, ma tuttora di rilievo, è l'industria alimentare; fra i vari settori prevalgono quello molitorio, il saccarifero, l'oleario e il conserviero (particolare rinomanza hanno le carni insaccate); numerosi sono altresì i birrifici e le manifatture di tabacchi. Si annoverano infine cartiere, cementifici, fabbriche di gomma; di eccellente livello sono i cristalli e le ceramiche artistiche.
Comunicazioni. L'Ungheria riveste un ruolo di particolare rilievo nell'ambito delle comunicazioni dell'Europa centro-orientale grazie alla sua posizione e alla morfologia del suo territorio che, sebbene compreso entro una cerchia di monti, ha transiti facili pressoché in ogni direzione e che soprattutto è solcato dal Danubio, fondamentale arteria di traffici per gran parte del continente. La navigazione interna riveste tuttora notevole importanza e si svolge, oltre che sul Danubio, sul Tibisco e sul Lago Balaton, accessibile però solo a piccoli battelli passeggeri a causa dei suoi bassi fondali; le vie navigabili totalizzano oltre 1.300 km e, oltre ad agevolare i trasporti interni, facilitano i collegamenti con gli Stati limitrofi. Fitta è la rete ferroviaria (circa 8.000 km), nel complesso molto efficiente e che fa capo per lo più a Budapest; la rete ungherese è poi allacciata sia a quella dei Paesi dell'Europa orientale sia a quella di vari Paesi dell'Europa centro-occidentale. Le strade, un tempo trascurate, sono state oggetto di fondamentale potenziamento. Esse si sviluppano per oltre 30.000 km; nuovamente la capitale è il grande nodo delle comunicazioni, servita da numerose superstrade che portano a Vienna, Belgrado, Cracovia ecc. Non esistono ancora servizi aerei per l'interno del Paese, ma la compagnia di bandiera MALEV (Magyar Légiközlekedési Vállalat), fondata nel 1946, ha una fitta rete di collegamenti in tutta Europa, nell'Africa settentrionale e nel Medio Oriente; è stato di recente ingrandito l'aeroporto internazionale di Ferihegy, a 16 km dal centro di Budapest.
Commercio. Notevole è la vivacità degli scambi interni, ma il commercio internazionale è addirittura basilare per l'economia ungherese. Il Paese esporta prevalentemente macchinari e mezzi di trasporto, prodotti industriali (chimici e petrolchimici, tessili, metallurgici), prodotti agricoli e zootecnici; importa in larga misura combustibili e minerali, varie materie prime (fibre tessili, legname ecc.) e semilavorate, macchinari per specifiche industrie. La bilancia commerciale è quasi in pareggio; principale partner commerciale è la Germania, seguita dalla Russia, dall'Austria, dall'Italia, dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia.






